"Sfiduciamo il ministro". E Speranza resta solo a difendersi in Aula

Roberto Speranza malinconicamente solo si è presentato al Senato per la mozione di sfiducia presentata da Fratelli d'Italia nei suoi confronti

"Sfiduciamo il ministro". E Speranza resta solo a difendersi in Aula

Dopo la discussione e l'accesa battaglia di ieri sul coprifuoco, oggi in Senato si preannuncia un'altra intensa giornata. All'ordine del giorno la mozione sfiducia di Roberto Speranza, ministro della Salute, presentata da Fratelli d'Italia. Da giorni i riflettori sono puntati sulla Lega, da sempre critica nei confronti del titolare del dicastero della Salute. La maggior parte parlamentari del Carroccio fin dall'inizio ha garantito a Mario Draghi l'intenzione di non votare contro.

Durante la discussione, Lega e Forza Italia hanno reso noto il loro voto contrario alla mozione di sfiducia a Roberto Speranza, promossa da Fratelli d'Italia. Il ministro Gasparri, in dissenso dal gruppo, ha sostenuto la sua astensione. Su 255 presenti i votanti sono stati 253, con necessità di maggioranza a 126. I favorevoli alla mozione di fiducia sono stati 29, 221 i contrati e 3 gli astenuti: Il Senato ha respinto la mozione di sfiducia n.241.

La discussione

"Chiedo a Fdi: ci sono ombre amministrative o nette responsabilità politiche a danni del Paese addebitabili al ministro Speranza? Visto che tutti sappiamo che queste condizioni non ci sono, la mozione di sfiducia è da irresponsabili", ha esordito il vicepresidente dei senatori del Partito democratico Alan Ferrari. "Spero che con oggi si concluda una pagina di inutile strumentalità e si apra davvero, tutti concentrati, l'ultima fase di grande impegno per riaprire l'Italia in sicurezza. La priorità di tutto il governo, ma direi dell'Italia intera, deve essere quella di mettere in sicurezza l'economia dell'estate. Il Turismo, con tutti i sevizi e gli eventi connessi, sarà la faccia della nostra capacità di ripartire", ha concluso nel suo intervento.

Duro l'intervento di Francesco Zaffini di Fratelli d'Italia: "Il ministro della Salute dall'inizio della pandemia è stato il responsabile suo malgrado di tutto ciò che è accaduto, e oggi questo Paese si fregia di un palmares di onorificenze non invidiabile: abbiamo il record di decessi per milione di abitanti, siamo peggio del Brasile; abbiamo il record dell'abbattimento di Pil di tutti i Paesi occidentali e dell'Unione europea; abbiamo costretto la nostra popolazione a stare reclusa senza un perchè, senza una logica, e anche il Cts si è sentito di avvalorare il coprifuoco".

Il discorso di Speranza

"Nessuno di noi dovrebbe mai dimenticare che il nemico è il virus e che dovremmo essere più uniti che mai nel combatterlo, evitando di cadere nella tentazione di utilizzare la lotta alla pandemia per ragioni strumentali", ha detto il ministro della Salute Speranza prendendo la parola in Senato. Lo scontro politico è al centro del discorso del ministro: "È con amarezza che vedo nelle ultime settimane prevalere invece lo scontro politico, spesso anche alimentando un linguaggio di odio che non può mai essere accettato. Si afferma il tentativo di sfruttare l'angoscia di tanti italiani per miopi interessi di parte. Questo è profondamente sbagliato, perchè produce danni enormi, non a me o al governo, ma all'intero Paese che invece deve restare unito in un passaggio così delicato".

Roberto Speranza, quindi, si difende: "Il 5 settembre 2019 ho giurato come ministro. Da quel giorno ho fatto tutto quanto in mio potere e nelle mie forze per difendere la salute degli italiani, è questo il faro che mi guida in ogni mia azione. Il Paese deve restare unito in un passaggio così delicato. Questo ci ha chiesto il presidente Mattarella quando ha proposto a tutti noi di sostenere il nuovo governo Draghi. Questo ho sempre ribadito in ogni mio intervento in Parlamento e questa rimarrà sempre la mia linea: unità, unità, unità!".

Il ministro Speranza, quindi, ha replicato sul nodo dell'aggiornamento del piano pandemico e sull'ormai noto report ritirato per "scelta autonoma dell'Oms".

Ha poi ripercorso le tappe principali della lotta contro il coronavirus, difendendosi dall'accusa di aver sottovalutato il problema. Ha rivendicato il ruolo dell'Italia come banco di prova per le misure di contenimento ale quali nessun Paese occidentale era pronto nella prima ondata.

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