Belluno Fa paura. Percorrere la strada in direzione Belluno fa davvero paura. La pioggia non si arresta. Le montagne rigurgitano nubi d'acqua, i torrenti sono in piena, i fiumi sono fango che scorre e il cielo è grigio, grigio scuro. Quando scende la notte per gli abitanti delle zone dell'Alpago, dell'Agordino e del Cadore torna l'incubo. Frane, case distrutte, tetti scoperchiati, alberi abbattuti, intere zone completamente isolate, dove manca luce acqua e gas. Soltanto ieri nel tardo pomeriggio i mezzi di soccorso del Centro coordinamento sicurezza Belluno, i vigili del fuoco, i carabinieri forestali, la protezione civile, sono riusciti con enorme difficoltà a raggiungere le famiglie che da giorni erano irraggiungibili. Le strade erano completamente bloccate. Nemmeno gli elicotteri per il maltempo riuscivano a volare. E gli alberi abbattutisi hanno tranciato tutte le linee elettriche. Le comunicazioni non erano possibili né via radio né con i telefonini. L'altro giorno sono arrivati i viveri e le prime necessità ai residenti. Ieri i bellunesi senza luce erano 29mila. I mezzi di soccorso da cinque giorni lavorano h24. «Ci sono intere famiglie senza energia spiegano dal Soccorso Alpino Veneto sia nella parte bassa di Belluno, sia lato est, che nella parte alta». Alcuni sfollati sono stati messi nei centri, come le palestre. E quello che preoccupa ora, è la frana del Tessina che avanza, la più grande frana dell'arco alpino d'Europa situata a Chies D'Alpago. Tutta la zona è a rischio smottamento.
Pronto anche il piano di evacuazione dell'intera frazione di Funes: circa 40 abitanti. Un fenomeno complesso che si estende da quota 1200 metri fino a quota 650. Oggi ancora pioggia, previsti 70 80 mm d'acqua e a Cortina è arrivata la neve.
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