Noam Benjamin
Berlino Allarme terrore a Viernheim, cittadina dell'Assia, Land occidentale della Germania. Nel primo pomeriggio di giovedì un uomo si è introdotto in un cinema multisala. Armato di un fucile e con il volto coperto da una maschera, l'uomo ha preso in ostaggio gli spettatori in sala. I testimoni oculari hanno parlato di almeno quattro colpi risuonati all'interno del cinema: le esplosioni hanno fatto scattare un allarme che ha dato vita all'intervento delle forze dell'ordine. Mentre la polizia della vicina Darmstadt confluiva sul luogo del sequestro, le teste di cuoio degli Spezialeinsatzkommando (Sek) venivano elitrasportate da Francoforte, poco più a nord.
Viernheim precipitava intanto nel terrore: negozi chiusi e strade deserte in attesa di capire la sorte dei sequestrati. Le prime notizie fatte circolare dai media tedeschi parlavano di una ventina di persone rimaste ferite nella sparatoria. Subito è stato dato credito alla pista islamica: la Germania non è nuova ad allarmi finti e veri e nelle menti dei cittadini ancora vivo il ricordo dei fatti di Grafing nei pressi di Monaco. Qui lo scorso 10 maggio uno squilibrato assalì a coltellate gridando «Allahu akhbar» i pendolari che alle cinque del mattino si accingevano a salire su un regionale diretto nella capitale bavarese. Bilancio: un morto, tre feriti e una nazione sotto shock mentre i telegiornali mostravano le porte immacolate del regionale macchiate del sangue delle vittime. Fermato dalla polizia, l'uomo non risulterà in alcun modo legato all'estremismo islamico: si trattava invece di una vecchia conoscenza dei servizi psichiatrici di altri Länder.
A Viernheim la storia si è ripetuta: la pista islamica non ha niente a che fare con l'accaduto. E tuttavia l'esito dell'aggressione è stato molto diverso da quello di Grafing: nessuno degli ostaggi è rimasto infatti ferito o ucciso, mentre lo squilibrato è stato abbattuto dall'intervento dei Sek. Per prima è stata la polizia della vicina Darmstadt a spiegare che nessun indizio sembrava portare a una matrice del radicalismo religioso. Poco dopo è intervenuto lo stesso ministro degli Interni dell'Assia, Peter Beuth, che ai giornalisti ha confermato come un uomo armato e mascherato avesse preso degli ostaggi a Viernheim e fosse poi stato abbattuto dai reparti speciali.
«L'assalitore è penetrato nel multisala e, secondo le informazioni da noi raccolte, sembrava molto confuso - ha affermato il ministro -. Alcune persone erano tenute in ostaggio, c'è stato uno scontro con la polizia e alla fine l'uomo è rimasto ucciso». E i quattro colpi esplosi prima dell'arrivo delle forze dell'ordine? «Non ci risulta che alcuni degli spettatori del cinema sia rimasto ferito», ha aggiunto Beuth.
Nella piccola sala scelta dall'aggressore, sulla cui identità e origine etnica la polizia ha mantenuto il più stretto riserbo, si trovava una quindicina di persone, fra le quali alcuni bambini: tutti in cerca di refrigerio in una giornata in cui nella regione si sono toccati i 35 gradi.
La circostanza che siano rimasti tutti illesi in uno spazio ristretto ha lasciato tutti stupiti. Più tardi si è capito che non è stata questione di fortuna: l'aggressore sarebbe entrato nel cinema con un fucile caricato a salve.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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