Nemmeno Enzo Bianco a Catania userà il simbolo del Pd per la sua ricandidatura a sindaco. Cinque su cinque dei capoluoghi di provincia siciliani dove oggi si vota non hanno candidati del Pd in grado di concorrere alla poltrona di sindaco. Quella di oggi è una giornata elettorale da vivere in sordina e con un basso profilo. Per tutta la campagna elettorale il diktat di largo del Nazareno è stato: nessuno ci metta la faccia. I leader e dirigenti del partito si sono fatti vedere il meno possibile. Lo stesso segretario reggente, Maurizio Martina, ha messo le mani avanti. Non è un test nazionale, ha ripetuto quasi come un mantra in questi ultimi giorni. «Dobbiamo ripartire dai progetti di comunità che impegnino i nostri iscritti e militanti sui bisogni quotidiani delle persone - ha detto il segretario intervenendo al congresso dell'Arci a Pescara -.
Come fanno i giovani Democratici al Laurentino 38 quando aprono la sede per fare ripetizione scolastica ai ragazzi del quartiere. O come fa Roberto Morgantini coi suoi volontari alle Cucine popolari di Bologna. O come accade con le magliette gialle democratiche che puliscono parchi e verde urbano a Roma come in altre città».
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