Presidente Renato Schifani, che significato ha per lei questa sfida come candidato governatore nella sua Sicilia?
«È una sfida che mi entusiasma. Sono felice di avere il supporto di tutto il centrodestra unito sulla mia persona. Sento su di me la responsabilità di essere il portavoce delle istanze della mia terra nei confronti del futuro governo nazionale».
Che sensazioni le sta regalando questa campagna elettorale?
«Girando la Sicilia ho percepito un clima di forte sostegno. Una sensazione che mi da tanta carica».
Considera la sua candidatura una missione, un sacrificio o un sogno che si realizza?
«La considero un progetto in cui hanno creduto i partiti che mi sostengono e del quale mi sento onorato. Sento su di me, girando, la fiducia e l'entusiasmo di tanta gente comune che vuole migliorare la qualità della sua vita».
Quali saranno le sue priorità in caso di vittoria?
«Lavoro per i giovani incentivando investimenti di grossi gruppi italiani ed esteri che porteranno occupazione stabile. Sino ad oggi non è stato così, perché le loro istanze sono state inspiegabilmente paralizzate dalla burocrazia. E poi gestione dei rifiuti, attraverso la realizzazione di due grandi termovalorizzatori che oggi costituiscono la migliore e più moderna risposta al problema, e che tra l'altro producono energia in un momento di grande crisi del settore».
È possibile costruire una Sicilia attrattiva per turismo e investimenti e facilmente raggiungibile? Il Pnrr può dare una mano in questo senso?
«La Sicilia offre tanto in termini di opportunità di turismo. Si è fatto tanto e adesso tramite il Pnrr dovrà essere potenziata l'offerta per attrarre nuovi investitori».
È preoccupato dall'emergenza energetica? Si parla molto della necessità di tornare a concentrare gli sforzi verso l'estrazione del gas presente nei nostri mari. La Sicilia ha grandi potenzialità, soprattutto nel Canale di Sicilia. Si adopererà in tal senso?
«È un'alternativa che non possiamo non considerare. Bisognerà approfondire la tematica sempre nel rispetto di quello che è la tutela ambientale. Ma questo rispetto deve essere coniugato con lo sviluppo e deve anche guardare alla crescita economica. I giacimenti offshore Argo e Cassiopea dell'Eni aumenteranno di dieci volte la produzione di gas in Sicilia. Un'occasione storica, anche in termini di royalties».
I sondaggi dicono che dopo il 25 settembre potremmo ritrovarci con un governo centrale di centrodestra, con lei alla guida della Sicilia oltre a Roberto Occhiuto già in carica come presidente della Regione Calabria. Si va prefigurando la situazione ideale per rilanciare e finalmente realizzare il Ponte?
«Il Ponte sullo Stretto è una grande opportunità, e adesso le condizioni per rendere il progetto operativo ci sono tutte. È già cantierabile. E presto ci sarà anche un governo nazionale che lo ha messo al proprio ordine del giorno».
Che rapporto ha con Giorgia Meloni?
«Di grande stima e lealtà. Come del resto con tutti i leader dei partiti della coalizione che mi sostengono».
Cateno De Luca, candidato indipendente alla presidenza, sostiene di essere una figura trasversale e che quindi voteranno per lui oltre che gli elettori del centrosinistra e del M5s, anche quelli del centrodestra e di Forza Italia e Lega in particolare. È possibile secondo lei?
«Gli elettori del centrodestra cercano competenza e serietà ed al contempo auspicano che la Sicilia possa riemergere anche nei confronti del governo nazionale e ritornare nel dibattito nazionale. Penso che De Luca non abbia neanche una di queste caratteristiche. A Roma ci sarà il governo del centrodestra, De Luca si posiziona all'opposizione di tutti, con quale faccia andrà a contrattare gli interessi della Sicilia? Poi lo conosciamo, è solo un personaggio pittoresco che negli anni ha isolato Messina, la città di cui è stato sindaco, e quindi non potrebbe fare altro che isolare tutta la Sicilia. No, sono tranquillo, gli elettori del centrodestra non cercano burattini e fantasiosi pupazzi, questo è il momento della competenza e della serietà, caratteristiche che mancano a De Luca. Poi la prego, parliamo di cose serie e non di folklore».
Lei è considerato uomo della mediazione. Riuscirà a «governare» le diverse componenti della sua coalizione in una terra politicamente complessa e in un contesto dove i regolamenti consentono un ricorso intensivo al voto segreto?
«Ascolterò sistematicamente tutti i partiti della coalizione nel rispetto del principio della pari dignità. Credo nel gioco di squadra e credo che l'interesse di tutti sia di governare e portare a termine importanti obbiettivi per la nostra terra. Dopo l'ascolto, al quale mi ha educato Silvio Berlusconi, deciderò secondo coscienza».
Con Nello Musumeci potreste darvi il cambio. Lei dopo tanti anni in Senato potrebbe trasferirsi a Palazzo d'Orleans, il governatore uscente dovrebbe invece essere eletto in Senato. Vi siete sentiti in queste settimane?
«Durante la
legislatura ci siamo spesso sentiti, con riserbo istituzionale, per risolvere tematiche regionali che coinvolgevano il governo nazionale. Ci siamo visti fino a pochi giorni fa. Proseguiremo l'azione del governo Musumeci».
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