"Il signor Berlusconi ha creato ricchezza: tutti gli altri politici vivono di parole"

Non votare il 25 settembre si spiega solo se si crede di vivere in un Paese ideale, se invece si vuole che tutto cambi, dalle tasse alla burocrazia, dalla giustizia alle pensioni, dall'energia alle politiche giovanili, l'unica soluzione è affidarsi a Silvio Berlusconi

"Il signor Berlusconi ha creato ricchezza: tutti gli altri politici vivono di parole"

Non votare il 25 settembre si spiega solo se si crede di vivere in un Paese ideale, se invece si vuole che tutto cambi, dalle tasse alla burocrazia, dalla giustizia alle pensioni, dall'energia alle politiche giovanili, l'unica soluzione è affidarsi a Silvio Berlusconi. Senza falsa modestia il leader di Forza Italia lo dice chiaro e lo ripete più volte nei suoi messaggi di campagna elettorale.

Iperattivo in questi giorni su tv, giornali e social, Berlusconi si dipinge come «chi dà più garanzie di saperci fare, chi ha già dimostrato in tutta la sua vita di mantenere gli impegni e di saper raggiungere obiettivi concreti realizzando risultati di prim'ordine».

Per il Cavaliere una sola figura, nel panorama politico italiano, ha queste caratteristiche: lui, il «signor Berlusconi». «Tutti gli altri in campo- dice l'ex premier - sono solo dei professionisti della parola, dei professionisti della politica, delle persone che vivono con lo stipendio della politica e che nella loro vita non hanno mai lavorato».
Il leader azzurro, tra una «pillola» di programma e l'altra (anche gli avversari hanno copiato questo metodo, si rallegra con ironia, a loro mancano però «idee, programma e stile»), ricorda i suoi meriti di grande italiano agli elettori. Gli elenca tutti: dalla costruzione di «avveniristiche città giardino, visitate ancora oggi da architetti di tutto il mondo» alla creazione della «televisione libera in Italia e in Europa», dalla vittoria con il Milan del maggior numero di trofei nel mondo al fatto di essere «il Presidente che ha vinto di più nella storia del calcio mondiale», l'uomo che ha fatto nascere una forza politica che ha governato il Paese per quasi 10 anni, «garantendo la sicurezza, l'innovazione, il benessere e soprattutto la libertà a tutti i cittadini» e che ha «contribuito alla ricchezza pubblica versando nelle casse dello Stato più di 10 miliardi in tasse e contributi».

Il Cav è inarrestabile e peli sulla lingua non vuole averne, bacchetta a destra e a manca. Calenda vuole interrompere la campagna elettorale per affrontare l'emergenza energia? «Non servono - replica- le sue stravaganti proposte, ma un decreto del governo per sterilizzare subito gli aumenti con adeguati ristori e crediti di imposta; un'iniziativa comune europea per negoziare il prezzo del gas; dal primo giorno il nuovo governo deva dare priorità assoluta a termovalorizzatori, rigassificatori (compreso Piombino), trivellazioni, impianti per le energie alternative «e soprattutto il rilancio della ricerca sul nucleare pulito, ricordiamoci che in Francia l'85% dei consumi deriva dal nucleare».

Ogni giorno ha il suo male e la sua soluzione secondo il credo azzurro e, tra il nuovo sistema della giustizia di cui ha appena parlato e quello che rivoluzionerà il fisco con la flat tax che oggi illustrerà, il leader di Fi affronta di petto anche il mostro farraginoso e soffocante della pubblica amministrazione, che da sempre terrorizza semplici cittadini come piccoli e grandi imprenditori.

La burocrazia, dice, si sconfigge abolendo le autorizzazioni preventive, oggi necessarie per far partire qualsiasi attività e rilasciate dalle autorità con molta difficoltà e con gravi ritardi.

Una raccomandata al Comune e si parte con i lavori, senza vincoli e tempi lunghi, un'altra per comunicare l'apertura di un negozio o la creazione di un'impresa e il gioco è fatto. Non un sogno ma il mondo futuribile che promette Berlusconi con la sua riforma della burocrazia.

Una riforma «indispensabile», spiega nella quotidiana «pillola» di programma sui social, perché l'Italia possa «tornare ad essere un Paese in cui si fa impresa, si investe, si fanno utili e si crea lavoro».

«Chi vorrà aprire un'azienda o un negozio - afferma il Cavaliere - chi vorrà costruire o anche solo ristrutturare un immobile, con la nostra riforma potrà farlo senza attese e senza intoppi. Basterà mandare una lettera raccomandata al Comune, o alle altre istituzioni interessate e si potrà partire subito con i lavori. Naturalmente rispettando le leggi in vigore».
Solo dopo arriveranno i controlli e, se ci sono problemi di conformità alle norme, l'interessato avrà a disposizione un tempo ragionevole per mettere tutto in regola. Altrimenti, subirà sanzioni proporzionate».

Una riforma che Fi ha studiato con le associazioni di categoria. Nel campo dell'edilizia, sottolinea Berlusconi, con questi provvedimenti si potrà far ripartire le costruzioni e aprire nuovi cantieri, creando 800 mila posti di lavoro in più.


La semplificazione della macchina pubblica è da sempre tra le priorità individuate nei suoi governi dal Cav, che da grande imprenditore conosce bene i danni che il peso della burocrazia rappresenta per la competitività del sistema Italia.

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