Due pesi, due misure. Questa non è certo una pratica nuova per il popolo grillino, il popolo dell’etica un tanto al chilo, il popolo che vorrebbe mandare a casa gli indagati ma quando fioccano gli avvisi di garanzia per suoi sindaci perde, di botto, la voce.
Stessa storia, diverso scenario, in questi giorni in cui il tema della violenza contro le donne è all’ordine del giorno. Appena due giorni fa la sindaca di Roma Virginia Raggi ha accusato di “maschilismo strisciante” il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, reo d’averla etichettata come una “turista per caso”. Lo stesso retro-pensiero sessista già denunciato a febbraio scorso, quando “Libero” le dedicò il vituperato titolo “Patata bollente”.
Ma la sensibilità dei 5 Stelle è a corrente alternata. Oggi, che ad esser perseguitata da minacce e offese sessiste è una donna che indossa una casacca di un altro colore, dai “palazzi” non giunge alcuna solidarietà. E nessuno prende le distanze dagli “hater” grillini. È successo a Monica Picca, ex candidata del centrodestra a Ostia e sfidante al ballottaggio della pentastellata De Pillo. Da quando la Picca ha denunciato che “i voti degli Spada sono andati ai Cinquestelle” è iniziata una vera e propria persecuzione.
“Dopo quell’affermazione - spiega Picca a IlGiornale.it - è successo un putiferio”. La pagina Facebook dell’ex candidata, nel giro di poche ore, è stata letteralmente sommersa di insulti di ogni tipo. “Frasi diffamatorie e discriminanti che hanno leso la mia dignità di donna oltre che quella politica”. E, in effetti, quegli “aforismi” sono davvero irripetibili. Non si tratta solo di offese volgari che mortificano la sua femminilità, non c’è solo chi la taccia di esser una poco di buono, o la paragona ad un animale da reddito. C’è anche chi l’accusa di esser una “mafiosa” e chi la minaccia esplicitamente. Qualcuno le ha scritto: “Tanto ti incontrerò per Ostia”.
La Picca, dopo aver temporeggiato qualche giorno nella speranza che le acque si calmassero, ha quindi deciso di sporgere denuncia alla Polizia. “Non sapevo più cosa fare per difendermi da quell’orda inferocita”. In attesa delle evoluzioni investigative, però, il suo account continua a esser preso di mira.
Sarebbe il caso che la Raggi e la De Pillo prendessero parola in merito a quello che sta accadendo, il loro silenzio preoccupa. Passa così il messaggio che esistono donne di serie B. E che chi offende e minaccia un avversario politico fa bene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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