Nuovo siluro sulla già pericolante Rai targata Campo Dall'Orto. Il presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone, proprio pochi minuti dopo essere stato elogiato da Matteo Renzi («lo abbiamo scelto noi») ex sponsor politico dell'attuale dg Rai, apre il fuoco su Viale Mazzini: «La Rai è stato il mio più grande insuccesso e mi pesa - confessa Cantone intervistato su La7 - Abbiamo ricevuto risposte formalistiche sulle assunzioni e in audizione Campo Dall'Orto ha risposto in modo parziale. Abbiamo trasmesso l'informativa alla Procura della Repubblica che sta indagando». Replica di Viale Mazzini: «La Rai ha sempre garantito massima trasparenza e disponibilità all'Anac fornendo ogni documentazione richiesta. L'azienda comunque ribadisce la sua totale fiducia nella magistratura».
I fatti. Nel 2016 l'Anac ha contestato, con una delibera poi trasmessa al ministero dell'Economia azionista della Rai e alla Corte dei conti, le modalità con cui il dg Dall'Orto ha assunto 21 dirigenti esterni, riscontrando irregolarità, conflitti di interesse e il mancato rispetto delle norme sul job posting interno previste dal Piano anticorruzione. La risposta di Campo Dall'Orto, come anche ricostruisce nel dettaglio la memoria consegnata alla Vigilanza dal consigliere Rai Paolo Messa, è stata «formalistica e parziale» lamenta Cantone. I vertici Rai hanno continuato nella politica di assunzioni esterne anche dopo l'apertura del fascicolo Anac. Di più, a fronte di una contestazione aperta dall'authority di Cantone sulla trasparenza in Rai, Viale Mazzini non ha nominato un nuovo Direttore Internal Auditing (quello che firma il Piano trasparenza dell'azienda), dopo le dimissioni di Gianfranco Cariola ormai dieci mesi fa, ma si è limitata ad un incarico ad interim nonostante la delicatezza della casella.
Insomma una serie di schiaffi per Cantone, che alla fine ha perso la pazienza e denunciato i vertici Rai alla Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo «modello 45» (registro degli atti che non costituiscono una notizia reato). Ai piani alti Rai si sospetta un movente politico dietro l'uscita di Cantone. Lo scontro frontale col numero uno dell'Anticorruzione indebolisce ulteriormente la posizione di Dall'Orto. Il dg ha perso da tempo anche la sponda del Pd, e che anzi lo attacca più duramente degli altri, dal consigliere renziano della Rai Guelfo Guelfi che si dice «pronto a votargli sempre contro», al piddino della Vigilanza Michele Anzaldi. Che si fa sentire dopo le parole del capo dell'Anac: «La denuncia di Cantone merita una risposta rapida ed inequivocabile dal Cda Rai» attacca Anzaldi, mentre sempre dal Pd anche il senatore Margiotta chiede «dopo le taglienti parole di Cantone, atti conseguenti da parte della Rai». Ed è facile immaginare, in una guerra Dall'Orto-Cantone, da che parte si schieri Matteo Renzi.
Ora che succede? Dall'Orto resta fermo sulla propria linea (minimizzare la vicenda Anac), ma il prossimo Cda
convocato per il 4 maggio potrebbe trasformarsi in un processo al dg, e accelerarne l'uscita. «Nessuno in Consiglio pensa che se arriva al 4 maggio, arrivi anche al 5» commenta a microfoni spenti un consigliere di maggioranza.
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