Che Renzi fosse uno capace di ritrattare le proprie posizioni in modo rapido e di fornire per questo una versione dei fatti abbastanza personale, visto i precedenti ed in modo particolare la questione del referendum il cui esito avrebbe dovuto determinare il suo futuro politico, è cosa risaputa. Ed in effetti l'ex segretario del Partito democratico mantiene saldo il suo modus operandi anche quando, durante un'intervista concessa a Il Corriere, spiega le ragioni che lo avrebbero spinto ad abbandonare il governo Giuseppi II.
Il tavolo delle trattative, nato per creare una mediazione tra le posizioni espresse dal sedicente avvocato del popolo ed i desideri mai esauditi del leader di Italia Viva, era saltato bruscamente provocando il terremoto che aveva messo la parola fine alla seconda esperienza come premier di Conte. Eppure Renzi, anche dinanzi alle domande del giornalista, pare dimenticare che in ballo c'erano le sue richieste reiterate a Giuseppi: in primis la pretesa di coinvolgimento nelle gestione dei fondi del Recovery Plan, poi il Mes Sanitario e la spinosa questione della delega ai servizi segreti, solo per citare i nodi più importanti del dibattito interno prima del crollo del Giuseppi II.
Le parole di Renzi
L'ex premier rigetta l'accusa di aver tramato nell'ombra, rivoltagli dal nuovo "faro" del Movimento CinqueStelle."Nessuna operazione men che mai segreta: ho lavorato alla luce del sole perché pensavo che Draghi fosse meglio di Conte", dichiara infatti Renzi. "Dopo le prime settimane lo penso ancora di più. Non solo non mi nascondo, dunque, ma rivendico questa operazione. Le accuse che Conte mi rivolge sono per me medaglie al merito".
Il giornalista insiste e chiede conto all'ex sindaco di Firenze di quelle motivazioni ben note che invece parrebbero essere state di fondamentale importanza prima dell'ultimo sgambetto all'avvocato del popolo. "Il complottismo è la malattia di chi non si assume mai le proprie responsabilità", replica piccato l'ex premier. "Tutti i media erano schierati contro la crisi, il Pd diceva o Conte o morte, Confindustria sponsorizzava i ministri uscenti fino all’ultimo. Ma quali complotti? Un interesse economico per sostituire Draghi con Conte effettivamente c’era: quello dei nostri figli", aggiunge con un poco velato accento demagogico il segretario di Italia Viva."Il debito pubblico oggi è in mani più sicure. E io sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto da soli, controcorrente".
Dunque non lo ha fatto perché se si fosse tornati alle urne il suo partito (con un 2% risicato nelle intenzioni di voto) avrebbe corso addirittura il rischio di essere estromesso dal Parlamento? Anche in questo caso Renzi ha la risposta pronta: "Solo da noi si confondono i sondaggi con la politica. La decisione costante basata sul consenso anima il Grande Fratello, non il Parlamento. Temo che Casalino e Conte non abbiano fino in fondo capito la differenza". A proposito dei sondaggi poco incoraggianti, e che restano tali anche dopo l'azione "controcorrente" da lui fatta, o per lo meno così gli piace dipingerla, Renzi non ha dubbi:"Ci danno sempre per morti. Però nel 2018 abbiamo impedito il governo Di Maio, nel 2019 abbiamo impedito il governo Salvini, nel 2021 abbiamo impedito il governo Conte ter. Lasciamo pure che gli amanti dei reality si trastullino coi sondaggi, noi facciamo politica. E i risultati arrivano. Gli altri fanno le somme dei sondaggi, noi facciamo la differenza con la politica".
Quindi per quanto riguarda impedire che governino gli altri l'esame per Renzi è passato a pieni voti. Ma quando il giornalista gli ricorda che il Pnrr di Draghi è pressoché identico al piano tracciato da Giuseppi, l'uomo del "First reaction shock" non si fa trovare impreparato. "Per fare un paragone bisogna conoscere almeno uno dei termini della questione. Conte non aveva letto il Pnrr del suo governo come scoprimmo con sorpresa a dicembre 2020. Da quello che dice evidentemente non ha letto neanche quello di Draghi. La svolta tra i due governi è evidente non solo sul Pnrr, ma anche sui vaccini, sulle riaperture, sul ruolo internazionale dell’Italia". Ma non è tutto, si può anche agire contro il precedente governo in maniera retroattiva: "Spero che si faccia presto una commissione di inchiesta così capiremo che fine hanno fatto in banchi a rotelle di Azzolina, i ventilatori cinesi di D’Alema, le mascherine di Arcuri. Troppi soldi sono girati sempre dagli stessi uffici, presto capiremo perché", aggiunge Renzi.
A proposito di servizi segreti, che, abbiamo visto, era un tema particolarmente caro all'ex sindaco di Firenze. Almeno tanto da contribuire a creare gli ultimi attriti con Giuseppi. Cosa ne pensa Renzi della diffusione delle immagini da parte di Report del colloquio "informale" avuto con Marco Mancini? La prima e più ovvia replica è quella della fake news: "La versione di Report è piena di contraddizioni. La testimone si confonde più volte sul chi è partito prima, sul cosa ha ascoltato, dice cose che poi nega, afferma di aver visto le macchine andare in due direzioni diverse, il che da un autogrill imporrebbe di andare contromano. Su questa cosa vogliamo solo sapere se la Rai manda in onda dei video falsi. E non per me, ma per i cittadini che pagano il canone e hanno diritto a un servizio pubblico di verità", risponde Renzi."Noi difendiamo il giornalismo di qualità, non un racconto che fa acqua da tutte le parti. Sono a disposizione per intervenire stasera in diretta a Report e commentare i servizi sapientemente tagliati dalla redazione. Sono certo che Ranucci — nominato vicedirettore da questa Rai — mi chiamerà sicuramente. Ci metto la faccia e chiedo par condicio rispetto a chi mi accusa con voce camuffata. E dopo Report sono pronto ad andare al Copasir e in Vigilanza: su questa cosa si va fino in fondo".
Il giornalista ricorda che Mancini è un personaggio decisamente controverso, ma l'ex segretario del Pd ribatte dicendo che lo stesso era in stretta connessione con Giuseppe Conte: "In
ogni caso io non ho nulla da nascondere: se volessi organizzare qualche incontro riservato le garantisco che non lo farei all’autogrill di Fiano Romano, uno dei più trafficati d’Italia, ma tra quattro mura protette".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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