«Nessuno può dare a noi lezioni in materia di riforme". È un Silvio Berlusconi combattivo quello che partecipa - seppur in videomessaggio - alla manifestazione di Forza Italia organizzata a Milano da Maria Stella Gelmini.
"Già nel 1995 alla Camera io pronunciai un discorso nel quale delineavo i principi di una vera riforma costituzionale, indispensabile per adattare la nostra Costituzione a tempi profondamente cambiati rispett oal 1948", ricorda il Cavaliere caricando i suoi e i comitati per il No in vista del referendum del 4 dicembre prossimo, "E nel 2005 fu la nostra maggioranza ad approvare in Parlamento una grande e innovativa riforma che la sinistra però riuscì a bloccare l’anno dopo con un referendum che fece perdere al paese altri dieci anni".
"Proprio in questo spirito, inizialmente, abbiamo provato a dare fiducia alle affermazioni di Renzi e del Pd, che dicevano di voler scrivere una riforma condivisa, nell’interesse dell’Italia e degli Italiani", aggiunge Berlusconi, rispondendo a chi critica il partito di aver dato credito alla maggioranza, "Ci siamo chiamati fuori quando ci siamo accorti che la loro intenzione era un’altra: era quella di cucirsi un abito su misura per Renzi e per il suo governo che non hanno mai avuto il consenso degli Italiani. Per Renzi è l’ultima occasione di rilancio: spera di ottenere quella legittimità popolare che non ha mai avuto. Il governo sta cercando di spaventare gli italiani, di preoccupare le cancellerie straniere e i mercati".
"La vittoria del No non potrà che segnare l'inizio di una nuova stagione politica, in cui saranno di nuovo e finalmente gli italiani a decidere", continua ancora il leader di Forza Italia, "Tutti devono andare a votare a questo referendum e votare No. Sarebbe una nostra vittoria, di tutti gli italiani di buon senso e di buona volontà che vogliono tornare liberi.
Ancora oggi noi crediamo davvero nella necessità di una riforma: è anche per questo che votiamo NO a questa riforma che non risolverebbe nessuno dei problemi dell'Italia, che non renderebbe le istituzioni più efficienti, che non produrrebbe risparmi significativi, e che con l'attuale legge elettorale sarebbe anche pericolosa perché potrebbe dare vita ad una deriva autoritaria, alla dittatura di un uomo solo al comando, padrone del suo partito, padrone del 55% dell'unica Camera che fa le leggi ordinarie, padrone quindi dell'Italia e degli italiani. Non è un rischio da poco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.