"Silvio migliora. A marzo il virus lo avrebbe ucciso"

La rivelazione di Zangrillo. Pd choc: "Fosse stato un altro sarebbe morto in una Rsa"

"Silvio migliora. A marzo il virus lo avrebbe ucciso"

«Si osserva una risposta ottimale alle terapie in atto». Dopo una notte tranquilla, il bollettino del San Raffaele è sempre più scarno, a testimonianza che ormai, fortunatamente, gli elementi di preoccupazione delle prime 48 ore di ricovero sono stati spazzati via. Il comunicato è firmato dal professor Alberto Zangrillo, il responsabile di Terapia Intensiva che però in serata in tivù a Piazzapulita dice che «la carica virale del tampone di Berlusconi era talmente elevata che a marzo-aprile lo avrebbe ucciso. Lui lo sa. Non è una boutade tanto per esagerare, visto il personaggio di cui parliamo». Aggiungendo che Berlusconi e Flavio Briatore «sono in condizioni più che soddisfacenti, per loro l'epilogo della malattia è vicino». Secondo il professor Massimo Clementi, sempre del San Raffaele, il Cavaliere lascerà l'ospedale probabilmente nei primi giorni della prossima settimana, ma non si escludono sorprese.

Se dal San Raffaele arrivano buone notizie, dal consiglio regionale lombardo arrivano dichiarazioni fuori controllo, non esattamente all'insegna del bon ton istituzionale. «Faccio gli auguri al presidente Berlusconi di pronta guarigione e vi assicuro che mi è dispiaciuto molto sapere che ha contratto il virus, ma ho riflettuto su una cosa: giustamente il presidente Berlusconi è in ospedale ricoverato a 84 anni per essere curato. Ma se fosse stato in una casa di riposo e non era il presidente Berlusconi, lo lasciavate morire in una rsa». Questa parole vengono pronunciate in aula dalla consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza. Le repliche di Forza Italia e Fratelli d'Italia si attestano sulla frequenza dell'indignazione. «È brutta, anzi, bruttissima questa frase. C'è solo un modo per rimediare a una caduta di stile tanto grave, quanto inopportuna: chiedere scusa» dice Riccardo De Corato, dirigente di Fratelli d'Italia.

«L'idea che secondo il Pd i nostri medici e i nostri infermieri abbiano lasciato volutamente morire alcune persone, evitando di ricoverarle negli ospedali è un'affermazione talmente grave che deve essere semplicemente respinta al mittente» dice il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Gianluca Comazzi. «Nessuno ha fatto morire nessuno, purtroppo la malattia era sconosciuta e quindi abbiamo fatto tutto da soli. Medici e infermieri hanno fatto tutto il possibile per salvare vite umane».

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