Il sindacalista ivoriano da Conte: "Ora permessi di soggiorno a tutti i migranti"

Il premier Giuseppe Conte vede a villa Pamphili Aboubakar Soumahoro, il sindacalista italo-ivoriano che da stamattina si è incatenato nel parco per chiedere permessi di soggiorno per tutti i migranti e la cancellazione dei decreti Salvini

Il sindacalista ivoriano da Conte: "Ora permessi di soggiorno a tutti i migranti"

Mentre nel fortino di Villa Pamphili vanno avanti a porte chiuse gli Stati Generali dell’Economia voluti dal premier Giuseppe Conte, un gruppo di braccianti si è dato appuntamento nei giardini dello storico parco romano per protestare. A guidare la delegazione di lavoratori c’è il sindacalista italo-ivoriano Aboubakar Soumahoro. Lo troviamo incatenato ad una panchina.

Da questa mattina ha iniziato lo sciopero della fame per chiedere al governo di regolarizzare tutti i migranti "con un permesso di soggiorno per emergenza sanitaria convertibile per attività lavorativa" e cancellare i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini. "Oggi si parla tanto di razzismo – ci dice – ma in Italia continuano ad esserci delle leggi discriminatorie come la Bossi Fini o i decreti sicurezza, che creano illegalità". "Bisogna porre fine a queste derive", tuona l’attivista.

"Servono nuove politiche migratorie – reclama Soumahoro – e un provvedimento che regolarizzi tutti gli invisibili per emergenza sanitaria, i migranti non sono immuni a questo virus e quando si è in guerra si salvano le persone". La sanatoria voluta dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, non basta: "Finora il governo è stato sordo, dov’è scritto che un rider, un cameriere, un operaio non abbia diritto ad emergere?". "Non si è fatto praticamente nulla per migliaia di invisibili", denuncia.

"I bambini nati o cresciuti in Italia devono avere la cittadinanza", scandisce Soumahoro. Parole che hanno colpito anche il premier Giuseppe Conte, che nel pomeriggio ha ricevuto l’attivista all’interno della villa. Tra le rivendicazioni del sindacalista c’è anche quella di riformare la filiera agricola per sconfiggere il caporalato e "varare un piano nazionale emergenza lavoro per assorbire tutte le persone che hanno perso e che rischiano di perdere il lavoro per questa emergenza sanitaria".

L'incontro con il capo dell'esecutivo è durato venti minuti. Soumahoro ha chiesto a Conte "atti concreti, non parole". Dopo un "confronto a tutto campo", il premier, secondo quanto riferiscono fonti delle sardine, gli avrebbe assicurato che "il tema dei diritti dei migranti e dei lavoratori sta a cuore al governo". Il sindacalista ha poi visto i ministri Gualtieri e Catalfo.

A supportare la sua battaglia ci sono anche le Sardine. "È una questione di civiltà", è convinta Jasmine Cristallo, portavoce nazionale del movimento. "I braccianti si trovano in una situazione indecorosa, non possiamo accettare che il lavoro sia così sfruttato, la sanatoria non è sufficiente e questo lo dicono i fatti", attacca. Lo spirito dietro al provvedimento voluto dalla Bellanova, secondo l’attivista, "è meramente utilitaristico e per questo è sbagliato". "Non c’è la reale volontà di andare alla radice del problema", accusa.

"Leggi come la Bossi-Fini non sono degne di un Paese civile – continua – dobbiamo stracciare gli accordi criminali fatti con la Libia". Porte aperte, dunque, a tutti i migranti. E sulle proteste contro il razzismo che hanno ispirato il blitz dei collettivi milanesi contro la statua di Indro Montanelli, Cristallo dice: "Con tutto il rispetto per il giornalista, non è concepibile rivendicare pagine della nostra storia di cui ci dovremmo vergognare". Quelle che, continua, "raccontano di un etnocentrismo spaventoso, razzismo e di un colonialismo spicciolo”.

Solidarietà ad Aboubakar è arrivata dal conduttore Rai, Fabio Fazio, che via social manda "un abbraccio" al sindacalista. Come lui anche il sindaco di Milano, Beppe Sala: "Io sto con Aboubakar perché la società per come la vogliamo non ha invisibili". A scagliarsi contro l’iniziativa, invece, è Paolo Diop, responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia: "È una finta protesta visto che al governo ci sono i loro amici".

La misura introdotta dalla Bellanova non convince neanche lui: "Non si può premiare chi è entrato illegalmente in Italia, è un’ingiustizia sociale e poi fine faranno queste persone tra sei mesi? Verranno licenziate e finiranno nelle mani della criminalità e del caporalato".

"I permessi – conclude – non vanno concessi a tutti, ma soltanto a chi arriva nel nostro Paese rispettando le regole".

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