Una novità legislativa che rischia di passare in sordina da un punto di vista mediatico ma che, per molti, rappresenta il raggiungimento di un obiettivo focale: mercoledì 20 aprile la Camera dei deputati ha fornito il primo assenso alla libertà sindacale delle forze militari.
Si tratta di un passaggio di rilievo che contribuisce alla venuta meno delle restrizioni normative presenti in materia. Significa, in poche parole, che potranno esistere sindacati anche dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e così via.
Molte le reazioni soddisfatte da parte delle sigle interessate che da anni si battono per portare a casa un risultato che soltanto ventiquattro ore fa ha intravisto il traguardo: "Solo oggi l'associazione sindacale professionisti militari può ritenersi soddisfatta - hanno fatto sapere dall'Aspmi, così come ripercorso dall'Adnkronos - . Dopo un travagliato iter finalmente è stata approvata alla Camera dei Deputati, in seconda lettura, la legge sui sindacati militari, quel passo avanti, anche in termini di riconoscimento dei diritti, che il personale attendeva da tempo".
Tra i favorevoli e gli entusiasti, può essere di sicuro annoverato il ministro della Difesa ed esponente del Partito Democratico Lorenzo Guerini:"Voglio esprimere soddisfazione per l'approvazione, da parte del Parlamento, della legge sulla libertà sindacale e sull'associazionismo nelle Forze armate e nei corpi di Polizia a ordinamento militare", ha dichiarato a stretto giro l'inquilino di via Venti Settembre, così come rimarcato dall'Ansa.
Antonio Serpi, segretario generale del sindacato Sim-Carabinieri, ha preso posizione poco dopo la notizia dell'approvazione del provvedimento legislativo da parte della maggioranza dei parlamentari che siedono a Montecitorio: "Una svolta epocale di cui siamo stati i precursori, avendo ricevuto per primi l'atto di assenso il 10 gennaio 2019. La strada da percorrere è tanta - ha specificato Serpi - ma noi ci attiveremo per rendere la legge perfettibile, così da continuare a dar voce a tutti i nostri militari dell'Arma dei Carabinieri".
Insomma, la contentezza è evidente ma c'è anche chi non si nasconde e già pensa a modifiche che possano migliorare il quadro normativo d'insieme. Su quest'ultima scia si sono posizionati anche i deputati leghisti.
La Lega di Matteo Salvini, che è impegnata anche nella battaglia per evitare che vengano tagliati fondi alle iniziative volte a far sì che i militari possano presenziare le città italiane, ha infatti parlato senza mezzi termini di "punto di partenza": "Non è la migliore legge possibile - hanno fatto sapere, come si legge sulla fonte sopracitata, gli onorevoli del Carroccio che siedono in commissione Difesa presso la Camera dei deputati - , ma quella sulla costituzione dei sindacati militari è pur sempre un inizio".
E ancora: "Dopo un lavoro intenso svolto in commissione, vede la luce un provvedimento normativo che fa seguito alla sentenza della Corte Costituzionale 120 del 2018 e che fornisce un quadro normativo, comunque frutto di compromessi, per consentire alle
nascenti associazioni sindacali militari di operare". Dunque la sensazione diffusa è che quello di ieri sia soltanto un primo passo in avanti. Ma è anche evidente la soddisfazione circolante tra tutti gli interessati.
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