Il giorno successivo la manifestazione pro Palestina che ha bloccato la stazione di Bologna interrompendo la circolazione ferroviaria, il comune della città felsinea prende posizione e il sindaco Matteo Lepore decide di esporre la bandiera della Palestina dal palazzo comunale. Si tratta di una decisione che lascia basiti tanto per la tempistica (nelle stesse ore la Digos indagava per identificare i partecipanti al blocco ferroviario) quanto per il messaggio trasmesso come scrive l'Ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar: «A quanto pare, il sindaco di Bologna ha dei problemi con la bandiera israeliana. Si è già rifiutato di esporla dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre, quando molte città italiane hanno espresso solidarietà alle vittime israeliane».
Inoltre, precisa l'ambasciatore: «Chi parla di pace, ma espone solo la bandiera palestinese e rifiuta di esporre quella israeliana, commette un errore. La bandiera di Israele non rappresenta un determinato governo, ma una nazione. Il rifiuto di esporla significa volere una pace senza Israele. Non è certo questo il modo di sostenere la vera pace».
Parole condivise dai consiglieri comunali di FdI secondo cui la scelta di Lepore «non servirà a favorire alcuna coesione e anzi rischia di creare ancora maggiore conflitto sociale ed alimentare i già gravi segnali di ritorno di fenomeni di antisemitismo».
Intanto Bologna è una città sempre più in mano a gruppi radicalizzati che fanno il bello e il cattivo tempo come avvenuto martedì con l'interruzione della circolazione ferroviaria da parte dei manifestanti anti Israele che ha rappresentato un salto di qualità dopo aver occupato per settimane le università, impedito di svolgere eventi e conferenze, organizzato cortei e manifestazioni spesso sfociati nella violenza.
L'azione portata avanti dai collettivi che hanno bloccato la stazione di Bologna occupando alcuni binari e sventolando le bandiere palestinesi ha suscitato la dura reazione di Matteo Salvini. A caldo il Ministro dei Trasporti aveva affermato: «Questi imbecilli, a Bologna, hanno danneggiato migliaia di viaggiatori bloccando decine di treni con pendolari, studenti e lavoratori. Non siamo più disposti a tollerare questi atti criminali: ci saranno conseguenze».
Da qui il necessario approfondimento da parte del ministero su un'azione che ha determinato gravi conseguenze sulla circolazione ferroviaria e la richiesta di agire civilmente e penalmente invocando massima severità con risarcimento danni. L'auspicio di Salvini è stato «l'identificazione di tutti i partecipanti grazie alle numerose telecamere» e la richiesta di un «bilancio dei disagi» che, secondo una nota del Mit, dovrebbe essere di «cinque Frecce con rallentamenti compresi fra 20 e 95 minuti, cinque InterCity con rallentamenti fino a mezzora, 30 convogli regionali con rallentamenti compresi fra 20 minuti e 95 minuti, 11 regionali cancellati e tre limitati. Il tutto con migliaia di cittadini penalizzati».
Così, nella giornata di ieri, sono stati individuati circa venti soggetti tra i manifestanti denunciati all'Autorità Giudiziaria per i reati di blocco ferroviario (che prevede fino a 6 anni di reclusione), interruzione di pubblico servizio, imbrattamento e manifestazione non preavvisata.
Come se non bastasse è arrivato l'annuncio del collettivo Cambiare Rotta della ripresa delle occupazioni all'Università. In tutto ciò, in una città in cui servirebbe il ripristino della legge e dell'ordine, il sindaco pensa ad esporre la bandiera della Palestina.
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