La sinistra apre il fuoco contro Fratelli d'Italia. Ma si dimentica del pistolero rosso

Colpo di pistola, caccia a Fratelli d'Italia. L'incidente alla festa di Capodanno del sottosegretario Andrea Delmastro si è trasformato in un baleno in caso politico

La sinistra apre il fuoco contro Fratelli d'Italia. Ma si dimentica del pistolero rosso
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Colpo di pistola, caccia a Fratelli d'Italia. L'incidente alla festa di Capodanno del sottosegretario Andrea Delmastro si è trasformato in un baleno in caso politico. Bum. Lo schioppo dell'arma detenuta legalmente dal deputato di Fdi Emanuele Pozzolo ha innescato una valanga di reazioni da parte dell'opposizione. Il fatto di Rosazza, magicamente, ha compattato un campo larghissimo. Da Italia Viva a Sinistra Italiana. Passando per il Pd, il M5s e Più Europa. Nessuno ha resistito alla tentazione di trascinare il partito della premier Giorgia Meloni in una lotta nel fango. Con corollario di richieste di dimissioni, attacchi surreali, accuse capziose. Le agenzie sono intasate da lunedì sera. Sul tardi spicca la presa di posizione della segretaria Elly Schlein. Una reazione di certo non rapida, ma alquanto affilata, ai limiti del parossismo. Come quando Schlein afferma che Fdi sarebbe addirittura «un pericolo per la sicurezza nazionale». Inevitabile il tic antropologico sulle presunte tendenze da cow boy dei meloniani. Ecco ancora la segretaria dem: «Non potevamo immaginare che la passione per le armi del partito di Giorgia Meloni fosse tale che i deputati se le portano cariche alle feste di capodanno con i sottosegretari». È la critica che si basa sulla reductio ad unum. Da qui l'invocazione della responsabilità collettiva. Il tutto per colpire Palazzo Chigi. «Giorgia Meloni chiarisca subito quali provvedimenti intende prendere nei confronti del deputato Pozzolo», aggiunge Schlein. Il M5s chiede le dimissioni da Montecitorio del parlamentare. Angelo Bonelli dei Verdi va oltre e pretende le «dimissioni di coloro che hanno causato imbarazzo all'Italia». Delmastro compreso. Cavalca l'episodio anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva. L'ex rottamatore accantona il garantismo e si pone una serie di domande: «Che ci fanno gli agenti di scorta al cenone? E i parenti degli agenti della scorta? E soprattutto: ma perché portare le pistole alla festa di capodanno in presenza di deputati e di membri del governo?». Pure Renzi invoca le dimissioni del sottosegretario: «Mi auguro che Delmastro se ne vada il prima possibile dal governo». Alle rilevazioni del leader di Iv sulla presenza della scorta risponde invece Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato Uilpa della Polizia Penitenziaria. «Le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria e in generale delle Forze dell'Ordine devono assicurare la tutela delle personalità loro affidate, secondo le prescrizioni, in ogni circostanza e pure la notte di San Silvestro», spiega De Fazio. Il sindacalista replica anche sui parenti degli agenti della scorta: «Non vediamo dove sia il problema o se a chiunque possa essere impedito di partecipare liberamente a qualunque occasione conviviale in ragione del lavoro e del servizio espletato da un proprio parente». Si fa sentire Carlo Calenda di Azione, che dice la sua: «Da questa vicenda surreale e patetica, l'unica vera iniziativa positiva che potrebbe scaturire è quella di rivedere tutte le autorizzazioni per il porto d'armi».

Nel frattempo si diffonde la notizia, poi smentita, del rifiuto del test della polvere da sparo da parte di Pozzolo. Il capogruppo del M5s al Senato Stefano Patuanelli parla di «far west» e fa vibrare il colpo: «Rifiutarsi di fare il test sulla polvere da sparo avvalendosi dell'immunità parlamentare è l'unico modo per auto dichiararsi colpevole». L'ex cronista Sandro Ruotolo, ora nella segreteria del Pd, ignora la cronaca dei fatti e definisce l'accaduto come una «sparatoria». Eppure, a rigor di dizionario, la sparatoria è uno «scambio o successione di colpi di più armi da fuoco». E l'ex cronista mostra la memoria corta perché non ricorda quanto successo a Taranto nel 2012 quando il sindaco uscente, Ippazio Stefàno (Sinistra italiana), si faceva fotografare armato in un evento pubblico. Fu assolto dal giudice monocratico difendendosi dicendo che girava armato perché più volte minacciato. Resta il fatto che quella foto non ha avuto lo stesso rilievo del fatto legato a Pozzolo. Sempre Ruotolo, poi, tira in ballo la Rai: «I telegiornali nascondono la sparatoria di fine d'anno alla festa del sottosegretario Delmastro». Dal Pd chiedono l'intervento del presidente della Camera Lorenzo Fontana.

I due capogruppo Chiara Braga e Francesco Boccia annunciano nei prossimi giorni una interrogazione parlamentare al premier Meloni, «deve dire chiaramente cosa pensa e cosa intende fare per comportamenti tanto sconsiderati».

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