La sinistra censura i nostri caduti

Rifondazione contro la presentazione del libro della Giannini

La sinistra censura i nostri caduti

La sinistra censura anche i caduti dell'Afghanistan. Questa sera a Ghedi (Brescia) la nostra collaboratrice Chiara Giannini presenterà il suo libro «Come la sabbia di Herat» (Altaforte edizioni), con la prefazione del direttore Alessandro Sallusti, che parla appunto dei militari che hanno perso la vita in quella terra. La levata di scudi è arrivata da «Rifondazione comunista» e «Insieme a sinistra» che hanno scritto al sindaco Federico Casali dicendo che l'evento «sa di provocazione». In una lunga lettera hanno puntualizzato che «il 27 gennaio ricorre la giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. Siamo rammaricati - gli hanno precisato - che lei abbia presentato un libro edito da una casa editrice afferente a un mondo culturale come quello di Casapound. Un conto è il leader di un partito politico, un conto quando il signor Casali diventa il sindaco di Ghedi. Lei sotto la veste di primo cittadino deve garantire noi tutti».

L'amministratore ha risposto senza mezzi termini: «Io non sono il censore di nessuno». Anche perché i proventi del libro serviranno per realizzare una targa in ricordo di chi ha perso la vita per la Patria. La contestazione ha fatto arrabbiare i genitori dei caduti. «Non voglio entrare nel merito della polemica - ha chiarito Anna Rita Lo Mastro, mamma del Caporal maggiore David Tobini morto in Afghanistan - , né fare inopportuni parallelismi. Al di là di ogni posizione, posso solo ribadire che sulle divise cadute non ci deve essere nessuna strumentalizzazione politica. Rispetto è l'unica cosa che chiedono i familiari dei caduti. Ho dato un figlio alla Patria, bene incommensurabile solo per chi ha provato, non certo per chi si permette tali polemiche». E prosegue: «Sono basita non solo per il non rispetto verso chi ha perso la vita, ma soprattutto per chi a loro è sopravvissuto e resta a guardare ed ad ascoltare queste vergognose strumentalizzazioni».

Concetto ribadito anche da Rosa Papagna, mamma di un altro caduto, Francesco Saverio Positano: «Mio figlio, quando è partito per l'Afghanistan è andato per sconfiggere il terrorismo e a fare il suo

dovere e oggi non c'è più. Il libro non ha colore politico. Ora apprendo che Rifondazione lo vuole censurare. A queste persone voglio solo dire vi dovete vergognare. La memoria e la vita non sono né di destra né di sinistra».

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