È sull'articolo 3 della riforma della giustizia che le opposizioni si scatenano nell'aula di Montecitorio. Si parla del sorteggio per i membri dei due Csm che nascerebbero con la separazione delle carriere tra giudici e pm e la sinistra protesta perchè non è ancora arrivato il Guardasigilli, attacca su tutto, vede complotti dietro ogni riga. «Il criterio del sorteggio per la selezione dei componenti del Csm non garantisce nè il merito nè la competenza», attacca la capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè. Fanno più chiasso possibile nell'opposizione, ma sanno che c'è poco da fare di fronte alla determinazione della maggioranza di portare a casa al più presto la riforma. «I tempi sono contingentati, la riforma dell'ordinamento giurisdizionale è blindata - spiega il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, l'azzurro Nazario Pagano - e domani (oggi, ndr), volenti o nolenti, si arriverà al primo voto finale della Camera».
Conferma il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto (nella foto): «Potremmo completare i 4 passaggi previsti dall'iter costituzionale per la fine dell'estate e all'inizio del 2026 i cittadini potranno pronunciarsi nel referendum confermativo. Finalmente, avremo un giudice super partes, separato dal pm che sarà sullo stesso piano della difesa». Di fronte alle sollecitazioni delle opposizioni Carlo Nordio, che già stava arrivando accelera il passo e nell'emiciclo risponde punto per punto alle accuse, dicendo che non può accettare «un processo alle intenzione o una censura, perché questa riforma non c'è nessuna lesione di maestà o blasfemia». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è più infuocato del solito e riscuote applausi e consensi dal centrodestra. «Sin dal primo giorno di questa riforma si è detto che punisce i magistrati. Mi stupisce che si possa pensare che voglia punire le toghe chi ha indossato la toga con decenza per 40 anni...». Poi spiega che la ragione della separazione delle carriere «è tecnica, sistematica e dogmatica, che si dica che si intende sottoporre il pm all'esecutivo è un processo alle intenzioni che non fa onore a chi lo espone ed è in contrasto con il dettato della riforma, dove è scritto chiaro che l'organo dell'accusa è autonomo e indipendente come adesso».
Quanto al nodo più controverso, quello del sorteggio, il Guardasigilli lo difende a spada tratta, dicendo che «è un elemento fondamentale e non si tratta un sorteggio tra personaggi che passano per strada ma tra persone ultra qualificate, non incompetenti, inetti o in malafede, soprattutto rompe il sistema correntizio, contro il quale anche l'opposizione ha sparato a palle incatenate».
Quanto all'Alta corte, Nordio ricorda che è una proposta dell'allora
opposizione e cita la Bicamerale di D'Alema che elaborò la bozza Boato, prevedendo «un'Alta corte di giustizia svincolata dal Csm per evitare che il rapporto tra eletti ed elettori si traducesse in una stanza di compensazione».
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