In Europa si fa strada «a furor di popolo» una patrimoniale sui ricchi, «per finanziare la transizione climatica e sociale e aiutare i paesi vittima di deregolamentazione climatica». Così scrivono i promotori della petizione «Tax the rich», una raccolta firma dietro a cui ci sono diverse personalità, dall'economista neomarxista Thomas Piketty al presidente del Partito socialista belga Paul Magnette al coordinatore mondiale dell'Alleanza progressista Conny Reuter all'eurodeputata francese Aurore Lalucq, del gruppo socialista, all'ex commissario europeo László Andor (Partito Socialista Ungherese e dunque del Pse) e ong come Oxfam. Tecnicamente si tratta di una Iniziativa dei cittadini europei (ICE), istituto creato nel 2012 e previsto dal Trattato di Lisbona in base al quale i cittadini «che riescano a raccogliere almeno un milione di firme provenienti da almeno sette Stati membri hanno il diritto di chiedere alla Commissione europea di proporre o modificare un atto giuridico europeo».
Il primo step è la proposta, il secondo è la registrazione della proposta da parte della Commissione Europea, il terzo è la raccolta 1 milione di firme entro un anno dalla registrazione della iniziativa popolare. La novità riguardo alla petizione sulla superpatrimoniale è che Bruxelles ha deciso di registrarla ufficialmente lo scorso 11 luglio. La decisione, spiega un comunicato della Commissione Ue, «è di natura giuridica e non pregiudica le conclusioni giuridiche e politiche finali della Commissione su questa iniziativa e l'eventuale azione che intende intraprendere, qualora l'iniziativa ottenga il necessario sostegno». Ma se la petizione otterrà le firme necessarie «la Commissione dovrà reagire», si legge. Finora la Commissione Ue ha ricevuto 127 proposte e ne ha registrate 102, di questr 8 si sono già trasformate in atti ufficiali (l'ultima riguarda il divieto di commercializzazione di pinne di squalo).
La petizione Tax the rich d'altronde sfonda una porta aperta: una tassa sulle grandi ricchezze è già nei programmi politici di molti partiti di sinistra europei, incluso il Pd di Elly Schlein che l'ha messa in cima al suo piano di riforme economiche. Il messaggio dei promotori di Tax the Rich potrebbe essere condiviso dai principali leader di sinistra e ultrasinistra. Scrivono infatti nella spiegazione degli obiettivi della raccolta firme che «le disuguaglianze sono costantemente cresciute, al punto che oggi l'1% più ricco della popolazione mondiale possiede quasi la metà della ricchezza globale e quello stesso 1% emette anche più CO2 della metà più povera del pianeta», mentre le politiche economiche e sociali europee hanno fallito. Di conseguenza,«è urgente riorientare radicalmente l'Unione europea verso una transizione climatica giusta e democratica», e questo va fatto con una «imposta sulle grandi fortune», attraverso una direttiva europea specifica. Il gettito di questa nuova tassa sui grandi patrimoni «dovrebbe essere destinata ad una giusta transizione ecologica e sociale, alimentando le politiche dell'Unione e degli Stati membri dedicate a tale scopo». La proposta è stata già sottoscritta da oltre 130 parlamentari europei. «Quello che siamo riusciti a ottenere per le multinazionali, dobbiamo farlo ora per i ricchi», scrivono in riferimento alla tassa globale minima del 15% sulle imprese multinazionali che dovrebbe entrare in vigore quest'anno. Ma ricchi quanto? Nella proposta non si parla di soglie e percentuali, il livello esatto dell'imposta dovrà essere deciso «collettivamente e democraticamente», cioè dalla Ue.
Una ipotesi è l'1,5% annuale sui patrimoni oltre i 50 milioni, ma sarebbe un'elite molto ristretta. La soglia potrebbe essere più bassa. In Italia la sinistra parlamentare ha proposto una patrimoniale con aliquote progressive a partire da patrimoni di 500mila euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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