Si infiamma lo scontro politico a Palermo a poche ore dall'apertura dei seggi per le elezioni amministrative. Ed ecco che la sinistra viene smascherata, mettendo in risalto il solito doppiopesismo e la classica indignazione da tirare fuori solo quando fa comodo. A mettere in luce le incoerenze del fronte rosso è stato Roberto Lagalla, candidato sindaco del centrodestra, che ha attaccato Franco Miceli del centrosinistra: "Chi per settimane mi ha definito strumentalmente e velenosamente un pupo ospita nelle proprie liste il figlio di un mammasantissima, in carcere da anni per reati di mafia".
La denuncia di Lagalla
Lagalla ha denunciato "il doppiopesismo e l'uso strumentale della morale" a cui i suoi avversari politici hanno fatto ricorso durante questa campagna elettorale. E così li ha invitati a spiegare certe affermazioni rilasciate di recente e a mettere in luce le reali motivazioni che hanno portato a determinate scelte. Come ad esempio quella di "accettare la candidatura del figlio di un boss mafioso".
Il candidato sindaco tra le fila del centrodestra ha fatto notare che la questione morale a stretto giro si è trasformata in "questione di opportunità". In breve tempo si è passati dall'uso della clava politica a stendere "il tappeto rosso" a un "diretto discendente di un mafioso ospitato nelle patrie galere". E pensare che la sinistra aveva imputato un deficit di controllo. "La miopia della verifica", è il commento di Lagalla.
In merito si è espresso anche Antonio Tajani. Il coordinatore nazionale di Forza Italia ha messo in chiaro la sua vocazione garantista, ma allo stesso tempo ha chiesto alla sinistra di guardarsi bene prima di lanciare offensive contro il centrodestra: "Naturalmente, non ha nessuna colpa. Ma se si vuole parlare di relazioni, allora, parliamo anche di questo".
La sinistra si difende
Non è tardata ad arrivare la presa di posizione di Franco Miceli. Nella lista Progetto Palermo della sesta circoscrizione è candidato il caporal maggiore capo Nicola Piraino, giudicato come un militare "dalla carriera limpida costellata da encomi". Il candidato sindaco del centrosinistra ha precisato che Piraino ha rinnegato suo padre, "scelta per la quale ci vuole anche un certo coraggio e che merita la stima di tutti noi".
Il padre è Biagio Piraino, meccanico che - stando a quanto si apprende dalla stampa locale - sarebbe ritenuto molto vicino al boss Giovanni Nicoletti, morto nel 2019.
Il figlio però si è difeso: "Sono militare da 24 anni, ho giurato fedeltà alla Patria. Con la mafia e con mio padre non ho rapporti. Questo clamore m'ha sorpreso, ma sono assolutamente sereno e vado avanti con l'ambizione di cambiare il mio quartiere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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