L'Agenda europea 2030 lancia una sfida che, al momento, sembra impossibile da onorare: entro 5 anni le città dovranno essere sostenibili. E pulite. Praticamente impossibile. L'ultimo rapporto di Legambiente sull'aria nei capoluoghi italiani racconta di una realtà diametralmente opposta e parla di «emergenza inquinamento in Italia». L'associazione ambientalista decreta: «Le città italiane sono drammaticamente impreparate».
Non bastano le aree ad accesso limitato, non basta il potenziamento dei mezzi pubblici, non bastano nemmeno le auto elettriche: lo smog è alle stelle. «Nel 2024 - spiega l'associazione - 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10 (polveri sottili)». La soglia di legge per il Pm10 è fissata in 35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. In testa alla classifica degli sforamenti c'è, a sorpresa, Frosinone. Seguono Milano e Verona.
Il superamento dei limiti - rileva Legambiente - registrati in più centraline nella stessa città «è il segno di un problema diffuso e strutturale in molte aree urbane». Inoltre «rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030 la situazione è ancora più critica: sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per il biossido di azoto. L'aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore da qui a cinque anni». Che fare? È fondamentale investire nella mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico e rendendo le città più vivibili, con spazi pedonali e ciclabili. «È urgente anche intervenire sul riscaldamento domestico - spiega Legambiente - e sull'agricoltura, riducendo l'impatto degli allevamenti intensivi e integrando le politiche su clima, energia e qualità dell'aria». Tra le altre città sotto la cappa dello smog ci sono Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna. Per uscire dall'emergenza smog - mette in evidenza Legambiente - servono «politiche strutturali che incidano tutti i settori corresponsabili dell'inquinamento».
«L'inquinamento atmosferico è anche un'emergenza sanitaria. Sono necessarie misure urgenti per la tutela della salute pubblica» lancia l'allarme l'associazione medici per l'ambiente-Isde Italia. Lo smog è responsabile dell'aumento di patologie respiratorie, cardiovascolari e neurodegenerative, oltre ad avere effetti negativi sulla salute riproduttiva e sullo sviluppo infantile. Il position paper - avvertono i medici per l'ambiente - sottolinea come gli attuali limiti di legge dell'Ue - pur essendo stati recentemente ridotti con la nuova direttiva sulla qualità dell'aria (ottobre 2024) - rimangano superiori ai valori di sicurezza indicati dall'Oms e, soprattutto, entreranno in vigore solo nel 2030».
«Non possiamo permetterci di aspettare il 2030 per ridurre l'inquinamento dell'aria.
Servono azioni immediate e misure più restrittive per proteggere la salute pubblica» afferma Paolo Bortolotti, co-autore del documento che indica come principali fonti di inquinamento: «traffico, inceneritori e biomasse». Il Position Paper analizza nel dettaglio le principali fonti di emissione, evidenziando il peso di settori specifici: traffico stradale e trasporti sono particolarmente critici.
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