Sofia è tornata a casa. I misteri dei due rapitori

Oggi Rosina e Moses dal gip: la lite, lui all'oscuro dell'inganno e i sopralluoghi. Ecco cosa non torna

Sofia è tornata a casa. I misteri dei due rapitori
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Sofia va a casa. La neonata rapita da una coppia di balordi a un giorno dalla nascita, sta bene. La mamma e il papà, Valeria Chiappetta e Federico Cavoto, lasciano la clinica assieme alla piccola e al fratellino di 4 anni, Alessandro, scortati dalla polizia e circondati dalla folla. In attesa dell'udienza di convalida per i sequestratori, Rosina Vespa e Moses Aqua Omogo, prevista questa mattina in Procura, la famiglia Cavoto tira un sospiro di sollievo. «Tutto a posto - le parole della mamma ai cronisti assiepati davanti alla clinica -. Vogliamo solo riposare. Grazie a tutte le forze dell'ordine, ai cittadini, all'équipe medica del Sacro Cuore. Mi sto riprendendo. Se conoscevo la donna arrestata? Assolutamente no. Non so chi sia».

La bimba, nata il 20 gennaio, dorme pacificamente in un lettino quando gli uomini della squadra mobile fanno irruzione nell'appartamento di Rosa e Moses. Pieno di gente, parenti e amici, sono in corso i festeggiamenti per quello che per tutti è il figlio di Rosina. Nessuno dei presenti si accorge che, invece di un maschietto, il bebè è una femminuccia. Vestita, però, con abiti celesti. Del resto Rosa durante la gravidanza simulata, va dicendo a tutti che aspetta un bimbo di sesso maschile. Quando anche Moses si accorge che, nella concitazione del rapimento, hanno prelevato una femminuccia, fra i due nasce un diverbio. Litigano Moses e Rosina davanti alle telecamere di sorveglianza in strada. Lui ha in mano un ovetto per trasportare la piccola, lei corre verso la loro auto grigia. La targa porterà in meno di due ore i poliziotti nel «covo» dei rapitori.

Nell'indagine per sequestro aggravato di minore ci sono ancora molti punti oscuri che, forse, i due indagati potranno chiarire davanti al gip. A cominciare dalla gravidanza simulata. Possibile che il marito della donna, complice nel sequestro, non si sia mai accorto che la moglie fingeva di essere incinta? La posizione dell'uomo è ancora al vaglio degli inquirenti perché alla vista della polizia sembra sia caduto dalle nuvole. Eppure Moses entra in clinica, ufficialmente per accompagnarla a riprendere il «figlio nato l'8 gennaio», sempre nella fantasia di Rosina, senza chiedersi perché la moglie indossi un camice da operatrice sanitaria. Poi bisticcia con lei perché il «loro figlio», dimesso dalla struttura dopo accertamenti, è in realtà una femmina. Ma non fa nulla per fermare la moglie. Anzi. Con lei arriva a Castrovillari, nei pressi di Cosenza, per dare il via ai festeggiamenti in onore di Ansel, come avevano deciso di chiamare il fantomatico bimbo nato due settimane prima. La donna, poi, viene ripresa dalle telecamere venerdì 17 mentre compie un sopralluogo nella struttura sanitaria. Un primo tentativo di rapimento? «Dalla clinica - spiega Cavoto - entra ed esce chiunque. All'entrata e all'uscita non ci sono controlli».

Da una ricostruzione degli inquirenti, l'idea di simulare una gravidanza, per poi impossessarsi di un neonato rapendolo, sarebbe nata nella mente di Rosa dopo una gravidanza non portata a termine nel 2023. Proprio sulla seminfermità di mente della 52enne si potrebbe basare la difesa dei due indagati, assistiti dagli avvocati Teresa Gallucci e Gianluca Garritano, dopo la lettura degli atti.

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