Bruciano le bandiere della Nato, vilipese come quelle degli americani e dei loro amici. Anzi, «servi».
«Servi della guerra» e «servi della Nato» sono le due scritte con vernice rossa che hanno imbrattato, nella notte fra domenica e lunedì, i muri della sede Pd di via Oropa a Torino. E il Pd è il nuovo «nemico numero 1» della sinistra antagonista, quel magma di centri sociali, «anarchici» e comunisti vari che sono animati da rancori e ossessioni del passato.
Da Torino a Catania, passando per Milano, Reggio Emilia, Bologna e altre piazze, è tutto un bollettino di insulti, minacce e intimidazioni, dirette praticamente contro tutti i partiti rappresentati in Parlamento, e rivolte spesso a dirigenti locali, militanti, famiglie. «Italia viva» e «Più Europa» denunciano che a Reggio una loro delegazione è stata «pesantemente insultata da altri partecipanti, poi invitata dalle forze dell'ordine ad allontanarsi». E fra le vittime dell'aggressione c'è anche una bambina di 8 anni, «rea» di sventolare, oltre alla bandiera italiana, anche quella americana.
È il modo in cui «festeggiano» il 25 aprile le fazioni estremiste che si sentono padrone della Liberazione, e non lo sono. La gran parte dei manifestanti, nei cortei ufficiali, ha partecipato civilmente, va detto, ma gli estremisti hanno lasciato il segno, mettendo in seria difficoltà i padroni di casa, Anpi e sindacati.
Le avvisaglie si sono avute già domenica sera, a Torino, dove - al termine della manifestazione per celebrare la ricorrenza della Liberazione - davanti al palco che ha ospitato le orazioni ufficiali, alcuni esponenti del «Fronte della gioventù comunista» hanno bruciato una bandiera dell'Alleanza atlantica e una bandiera del Pd. E il consigliere comunale Silvio Viale, in passato presidente dei Radicali italiani, è stato contestato durante la tradizionale fiaccolata per essersi presentato con bandiere Nato insieme a quelle dell'Ucraina e dell'Ue, e ha fatto sapere che è stata lanciata vernice rossa contro le serrande della sede dell'associazione radicale Aglietta.
A Milano, hanno insultato direttamente il segretario dem Enrico Letta. Un gruppetto col pugno chiuso e le bandiere dei Carc (i Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) gli ha gridato: «Letta servo della Nato!». Avevano annunciato di voler «cacciare» il Pd dal corteo e simbolicamente ci hanno provato, ma il leader pd non si è scomposto più di tanto, ha citato il capo dello Stato e ha replicato: «Questo corteo è casa nostra, la Costituzione, l'antifascismo sono casa nostra».
In grave imbarazzo i vertici dell'Anpi. Il presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo ha definito le contestazioni «un grave errore», «perché queste cose il 25 aprile non servono mai». «Anche quando ci sono posizioni diverse - ha spiegato - bisogna evitare che su singoli fatti si perda la bussola di una posizione unitaria. Perché non può essere che comune l'obiettivo della pace in una situazione così grave come quella dell'Ucraina e dell'Europa».
La scelta di campo pro-Ucraina ha attirato sui democratici una mole di contestazioni «da sinistra», probabilmente messe in conto, ma in periferia gli stessi esponenti del Partito democratico non sono esenti da incredibili scivoloni, che evocano addirittura la violenza. Una foto che ritrae Matteo Salvini e Marine Le Pen a testa in giù è stata pubblicata sulle storie Instagram dal capogruppo regionale delle Marche Maurizio Mangialardi, ex presidente Anci Marche e candidato del centrosinistra alle regionali 2020. L'immagine è accompagnata da un testo, anch'esso rovesciato, scritto a quanto pare dallo stesso consigliere: «Salvini tifa ancora Le Pen - si legge - e questo vuol dire che non è cambiato. Nonostante la prudenza Salvini è ancora uno dei principali sponsor di Putin e avversari dell'Europa nel nostro Paese».
Ma in genere è la sinistra estrema degli autonomi e dei comunisti, quella che si è scatenata. Durante il corteo di Bologna, «i soliti balordi - lo denuncia Forza Italia - hanno danneggiato la sede di Unicredit e di Eni e creato scompiglio».
A Reggio, come detto, uno degli episodi più inquietanti: la delegazione di «Più Europa» e «Italia Viva» insultata e invitata ad allontanarsi in un «tripudio» di cori anti Nato. «Dispiace constatare - hanno accusato - che le istituzioni locali continuano ad appaltare solo all'Anpi la memoria della Resistenza e della liberazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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