Apparentemente sono solo un gran fastidio che si fa sentire soprattutto nelle afose notti d'estate, quando ci rigiriamo nel letto alla ricerca delle braccia di Morfeo e , appena cominciamo a sfiorarle, un sibilo acuto, una sorta di trapano con turbina a velocità supersonica ci entra nel padiglione auricolare costringendo le mani a schiaffeggiare una testa mezza intontita che improvvisamente si sveglia.
Sono le zanzare, insetti che solo Dio sa perché debbano esistere. La lotta contro di loro è quasi pari a quella contro topi e ratti, cioè irrimediabilmente persa. Sono troppe e arrivano in continuazione da tutte le parti del mondo, ma soprattutto, come le zanzare tigre, da Paesi lontani e hanno un'organizzazione spietata. Mascelle taglienti, labbra di contenzione della pelle e uno stiletto che penetra anche quella dei bovini, sono una dotazione di tutto rispetto posseduta solo dalle femmine che, al contrario dei maschi, succhiano il sangue iniettando a volte microrganismi pericolosi. Nei nostri climi (dimenticavo di scrivere che sono diffuse in tutto il mondo conosciuto) era ieri lo spettro della malaria nelle zone della Maremma e del Polesine prima che venissero bonificate, mentre oggi trasmettono vettori ancora più insidiosi, come la mortale West Nile (febbre del Nilo), la Chikungunia che provoca terribili dolori articolari e, per quanto riguarda i cani, la dirofilariosi cardiopolmonare, fino a pochi anni fa un vero e proprio flagello letale, soprattutto per i cani da caccia e da tartufo.
Malattie a parte, basterebbe il fastidio dei pomfi pruriginosi che solo le femmine (lo ribadisco solo per dovere scientifico) lasciano sul corpo umano dopo averlo punto, per invocare la loro scomparsa, la loro totale estinzione, senza che gli animalisti o i biologi si mettano a rompere i cabasisi con i loro preziosi anelli della catena evoluzionistica e biologica. Ci sono soggetti particolarmente ipersensibili che, quando incontrano una nuvola di zanzare affamate, rischiano di finire al pronto soccorso dopo essere stati bersagliati da centinaia di stiletti assetati di sangue. Dall'altra parte ci sono persone che possono mangiare tranquillamente vicino a una palude, in calzoncini corti e shirt durante una serata afosa d'estate e non ricevono alcuna attenzione da parte di questi sgraditi ospiti. Si è favoleggiato sul fatto che uno ha il sangue cattivo e l'altro no, che uno sia intelligente e l'altro rimbambito, che uno sudi come un maiale in fregola e l'altro non emani una stilla di sudore neanche di fronte a Satanasso, insomma da decenni si cerca di capire perché io sì e tu no.
Ora la risposta è arrivata. Si chiama sulcatone e già il termine potrebbe innescare più brividi di una nuvola di zanzare tigre a digiuno da giorni. In realtà si tratta di una sorta di vapore chimico emanato dalla pelle umana e particolarmente gradito a questi insetti, perché indicatore della presenza di un organismo vicino a una fonte di cibo. I ricercatori hanno scoperto che le zanzare nere di corpo, che parassitano le pelli degli animali selvatici non mostrano preferenza per il sulcatone , mentre quelle marroni che vivono dentro i villaggi africani sono molto attratte dal suo profumo.
«Sapevamo che queste zanzare si sono evolute ad amare il nostro modo di odorare», ha detto Leslie Vosshall della Rockefeller University di New York, che ha condotto lo studio pubblicato sulla rivista Nature .Viviamo in grandi gruppi, siamo senza peli e abitiamo vicino a corsi d'acqua, cosa vogliamo di più per una zanzara? Il sulcatone naturalmente. Se ne emaniamo molto sono proprio pomfi nostri.
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