In tanti, come me, sono rimasti ammirati dall'atterraggio su una piattaforma navale robotica (un drone senza equipaggio) del primo stadio (il Dragon 9, che sarà così riutilizzabile) della missione Space X NASA che ha portato i suoi passeggeri paganti fino alla Stazione Spaziale Internazionale. Così come ha impressionato la semplicità della strumentazione della navicella: pochi schermi touch-screen. E sono solo un paio delle soluzioni tecnologiche che hanno contraddistinto l'impresa. Ma l'aspetto più interessante, al di là della tecnologia, è che essa nasce da un Partenariato Pubblico-Privato (PPP): in precedenze le missioni spaziali Usa erano statali al 100%. Perché per poter sfruttare appieno l'enorme potenziale del PPP occorrono due condizioni: una nazione con progetti chiari e definiti in una scala di medio-lungo termine e imprenditori affidabili e visionari. Più una terza: un terreno culturale comune dove pubblico e privato costituiscono valori reciprocamente riconosciuti. E così sono capaci di ottenere risultati che separatamente non raggiungerebbero. Space X Nasa è una PPP che ha dato risultati eccezionali, ma non è l'unica. Sono PPP molti progetti di ricerca per trovare un vaccino per COVID-19 quando, come in Australia, combinano il lavoro di università pubbliche e aziende private.
Ma una PPP potrebbe essere anche lo strumento per far arrivare energia elettrica ai 790 milioni di persone nel mondo che ne sono prive (The Energy Progress Report 2020-ONU) o per risolvere lo smaltimento di montagne di rifiuti, come successo a Belgrado: una best practice per la World Bank. Altro esempio: il programma Jal Marg Vikas lanciato nel 2014 in India per sviluppare porti lungo il Gange creando una nuova logistica per la crescita economica nella regione. In Italia si è passati da poco più di 300 bandi PPP nel 2002 agli oltre 3mila del 2016, per circa 88 miliardi concentrati in tre settori: trasporti (27%), energia e tlc (22%), ambiente (18%). Ma se guardiamo al numero di bandi troviamo in testa l'edilizia sociale e pubblica seguita dagli impianti sportivi. Purtroppo molti bandi muoiono per strada: circa il 13%, con picchi superiori al 30% se superano i 15 milioni di euro. Cattiva formulazione da un lato; scarsa qualità tecnico-progettuale - dall'altro. Allora come fare? Per esempio, istituire un Centro di Competenze per dare formazione e tutoraggio, come in UK dove una società di assistenza aiuta le pubbliche amministrazioni al miglior utilizzo del PPP. Da noi è stata istituita una Unità Tecnica Finanza di Progetto ma invece di dotarla di risorse la si è progressivamente depotenziatA.
Mancano gli strumenti, ma forse manca anche quel terreno culturale comune; come diceva Churchill: «Alcune persone vedono l'impresa privata come una tigre feroce da uccidere, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono com'è in realtà: un cavallo sano che traina un carro robusto».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.