Soltanto i tiranni festeggiano Raisi

Erdogan, Assad e Putin si congratulano con il neo rais. I votanti sono sotto il 50%

Soltanto i tiranni festeggiano Raisi

Teheran. Ebrahim Raisi indossa sempre un turbante nero per indicare che è un discendente del profeta Maometto. E ieri è stato proclamato l'ottavo presidente dell'Iran. Ma la sua corsa verso la scalata delle vette del potere potrebbe non fermarsi qui. É visto pure come il probabile prossimo capo supremo del Paese. Raisi ha vinto con il 61,95 percento dei voti, con un'affluenza alle urne del 48,8 per cento, la più bassa dalla rivoluzione del 1979. Ha ottenuto circa 18 milioni di voti. I voti nulli 3,7 milioni - sono arrivati secondi nella corsa, per la prima volta dall'istituzione della Repubblica islamica. La sua elezione segna un consolidamento del potere da parte del campo conservatore che controlla già il parlamento e probabilmente avrà anche un suo membro a capo della magistratura.

Lo stacco con gli altri candidati è stato enorme. Mohsen Rezaei è arrivato secondo con 3,4 milioni di voti ed è stato seguito da Abdolnasser Hemmati con 2,4 milioni di voti e da Amir Hossein Ghazizadeh Hashemi con 999 mila. Raisi entrerà in carica all'inizio di agosto, sostituirà il presidente moderato Hassan Rohani che non era autorizzato dalla costituzione a candidarsi per il terzo mandato. «Mi congratulo con le persone per la loro scelta» ha detto ieri Rohani.

Anche altri avversari hanno rilasciato un commento al risultato. «Spero che il tuo governo porti conforto e prosperità alla nostra nazione» ha scritto in una lettera l'ex capo della banca centrale Hemmati. Il leader supremo ha invece elogiato la partecipazione «epica e sensazionale» delle persone alle elezioni, che hanno resistito alle pressioni straniere e hanno perseverato nonostante la minaccia del Covid-19. Sono arrivati anche gli auguri, oltre che dei rappresentanti di tutti i Paesi islamici, del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, di quello russo Vladimir Putin e di quello siriano Bashar Assad, legati da tempo da solida alleanza.

Raisi però è un personaggio controverso. Gli Stati Uniti lo hanno inserito nella lista nera per il suo ruolo nell'esecuzione di massa di prigionieri politici nel 1988, per il suo coinvolgimento nella repressione delle proteste del Movimento Verde del 2009 e per la sua «supervisione sulle esecuzioni di minorenni al momento del loro crimine».

É cresciuto nella città di Mashhad, un importante centro religioso per i musulmani sciiti dove è sepolto l'Imam Reza. Ha frequentato il seminario di Qom e ha studiato con alcuni dei più importanti religiosi musulmani iraniani, tra cui Khamenei. Dopo aver scalato i ranghi nel sistema giudiziario, ed essere diventato capo della magistratura, nel marzo 2016 è stato nominato dal leader supremo custode dell'Astan-e Quds Razavi, l'influente santuario dell'Imam Reza, dove controllava miliardi di dollari di beni.

Ora lo aspettano molte sfide: la crisi economica e l'accordo nucleare.

Nonostante si fosse all'inizio opposto al patto del 2015, Raisi ha affermato durante i dibattiti presidenziali che lo sosterrà. Tuttavia, ha sottolineato che formerà un governo «forte» per guidare il negoziato nella giusta direzione.

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