Sorvolato "Ultima Thule". Ora il viaggio nell'ignoto

La sonda Nasa in contatto con il corpo celeste più lontano dalla Terra. Ma adesso la corsa prosegue

Sorvolato "Ultima Thule". Ora il viaggio nell'ignoto

«È un giorno speciale, non resta che attendere le immagini. Ah, buon anno a tutti!». Applausi, sorrisi e pacche sulle spalle al quartier generale della Nasa, a pochi attimi dalla storica zoomata su un corpo celeste ai confini del sistema solare. Oltre Plutone, verso l'ignoto. Novecento sensazionali immagini (per ora a bassa risoluzione, ma da febbraio arriveranno colore e maggiori dettagli) che nei prossimi mesi regaleranno nuovi «orizzonti» alla scienza e ai produttori cinematografici. La navicella «New Horizon» della Nasa ha, infatti, sorvolato il suo asteroide Ultima Thule, un piccolo mondo lontano dalla terra 6,4 miliardi di chilometri, il corpo cosmico più distante mai osservato da vicino. Dieci ore per ricevere il messaggio radio proveniente dalla sonda raccolto da una delle grandi antenne della Nasa che si trova a Madrid.

«Vai New Horizon», esclamava Alan Stern, il responsabile della missione della Nasa mentre l'equipe esultava nel laboratorio di fisica applicata John Hopkins in Maryland per segnare il momento esatto in cui (le 6,33 locali) la sonda puntava le videocamere su Ultima Thule. Immagini scattate durante alcuni secondi di sorvolo a una distanza dal piccolo asteroide di 3500 chilometri. Ma una prima immagine di Ultima Thule, scattata a 1,9 milioni di chilometri, ha già dato esiti sorprendenti: il piccolo corpo cosmico - diametro fra 20 e 30 chilometri - sembra avere forma allungata simile a una nocciolina americana. Altre foto arriveranno, ma c'è già materiale per correggere i manuali di astronomia. L'obiettivo della missione è capire come i pianeti si sono formati. «Questo oggetto - spiega Stern - è talmente ghiacciato che si è conservato nella sua forma originale, tutto ciò che impareremo su Ultima, la sua composizione, la geologia, come si è formata, se ha satelliti o atmosfera, ci darà elementi sulle condizioni di formazione dei corpi del sistema solare».

Insomma, lo storico rendez vous consentirà agli scienziati di compiere un viaggio indietro nel tempo perchè la fredda roccia spaziale è la più lontana da noi mai osservata, a 6,5 miliardi di chilometri dalla Terra, ai confini del sistema solare e, probabilmente, anche la più antica.

Quello realizzato da New Horizon è l'incontro più distante mai avvenuto ad oggi fra uno strumento costruito dall'uomo e un corpo celeste. Ultima Thule risiede, infatti, in una misteriosa regione dell'Universo, scura e gelida, conosciuta come la «Fascia di Kuiper». Ed è un nuovo step per la missione. Andata in orbita il 19 gennaio 2006, New Horizon ha infatti già sorvolato Plutone il 14 luglio 2015 svelando molti misteri del pianeta nano e inviandone a Terra immagini spettacolari.

Per celebrare il flyby, il punto più vicino di sorvolo che New Horizon ha effettuato su Ultima Thule, il laureato in astrofisica (ma soprattutto chitarrista dei Queen) Brian May ha composto un inno. «Rappresenta lo spirito dell'avventura», commenta May. Poco dopo la mezzanotte (East Time), la sua musica ha iniziato a suonare accompagnando la simulazione dell'incontro avvenuto lontanissimo da noi.

Il piccolo asteroide, («MU69 2014» il suo nome scientifico) ha un diametro di circa 40 chilometri ed è stato scoperto nel 2014 grazie al telescopio spaziale Hubble. Piccolo, freddo, poco illuminato perchè distante dal Sole miliardi di chilometri, Ultima Thule è un asteroide incontaminato e potrebbe rivelarsi composto da due differenti «rocce spaziali».

Insomma stanno per esere svelati nuovi misteri sulle condizioni che hanno consentito al nostro sistema solare di formarsi circa 4,6 miliardi e mezzo di anni fa.

Curiosità: Ultima Thule è il nome scelto dal pubblico, grazie a un concorso indetto dalla Nasa, per battezzare l'oggetto celeste più lontano che l'umanità abbia mai esplorato.

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