Una stretta decisiva verso chi dice no ai vaccini. Se un operatore sanitario di una Rsa rifiuta il vaccino è giusta la sospensione dello stipendio. Lo ha deciso il giudice di Belluno Anna Travia respingendo le richieste di due infermieri e otto operatori sociosanitari di due case di riposo del bellunese che avevano rifiutato di sottoporsi alla somministrazione della dose di Pfizer lo scorso febbraio e che per questo erano stati sospesi dal lavoro. I dieci sanitari, dipendenti di due case di riposo del Bellunese, all'indomani del rifiuto erano stati messi in ferie forzate dalla direzione della rsa e sottoposti alla visita del medico del lavoro che li aveva dichiarati «inidonei al servizio» permettendo così alle due case di riposo di allontanarli dal posto di lavoro senza stipendio per «impossibilità di svolgere la mansione lavorativa prevista». Una sospensione seguita dal ricorso dei lavoratori al tribunale per essere reintegrati nel posto di lavoro. Il Tribunale ha dichiarato «insussistenti» le ragioni dei lavoratori.
«La decisione del Tribunale di Belluno di confermare la sospensione senza stipendio per gli operatori sanitari no vax di due rsa conferma che il mio ddl sull'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari va nella direzione giusta. La libertà di non vaccinarsi ha un limite nel diritto altrui a non ammalarsi di Covid», ha commentato Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato che ha presentato un disegno di legge che prevede l'obbligo vaccinale per il personale sanitario che opera a contatto con i pazienti. Sarebbero circa l'1-2% dei medici ospedalieri - vale a dire tra 1.140 e 2.280 su un totale di 114.000 attivi - e un centinaio di infermieri dipendenti del Servizio Sanitario nazionale su un totale di 254mila che ad oggi hanno rifiutato la vaccinazione anti-Covid. È la stima fatta all'Ansa dal maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l'Anaao-Assomed, e dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).
Intanto, la Asl di Brindisi ha messo in ferie forzate 15 suoi dipendenti, 4 medici e 11 infermieri che si sono rifiutati di sottoporsi a vaccinazione. Il provvedimento, revocabile, si basa su una legge votata dalla Regione Puglia il 23 febbraio scorso e che estende l'obbligo di profilassi proprio per fronteggiare l'emergenza Covid. La maggior parte del personale colpito dal provvedimento lavora all'ospedale «Perrino» di Brindisi.
Le ferie forzate, secondo quanto spiegato dalla Asl si sono rese necessarie «a tutela degli altri lavoratori e dei pazienti».
La Regione Puglia aveva un mese fa ampliato l'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario (inizialmente circoscritto ad alcuni reparti) proprio per migliorare i livelli di sicurezza e scongiurare l'esplodere di focolai all'interno delle strutture sanitarie. Norma di non facile applicazione, visto che la legge nazionale non prevede l'obbligatorietà delle vaccinazione.
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