Sospetti sulla soffiata Inps. Il Garante apre un'istruttoria

L'autorità vuole sapere perché l'antifrode ha segnalato quei casi senza che avessero fatto nulla di illecito

Sospetti sulla soffiata Inps. Il Garante apre un'istruttoria

Non solo i nomi dei deputati che hanno chiesto il bonus. Ma ora anche chi, come e perché ha voluto tirarli fuori. Cosa c'è dietro lo scandalo dei 600 euro richiesti da cinque parlamentari e duemila politici locali? Come sono stati individuati quei soggetti ma soprattutto perché sono stati «cercati» essendone beneficiari legittimi in base alla legge? Il Garante della privacy vuole vederci chiaro. E nello stesso giorno in cui ha tolto ogni dubbio sulla possibilità per l'Inps di pubblicare i nominativi dei parlamentari coinvolti, ha annunciato anche di aver aperto un'istruttoria per verificare «la metodologia seguita dall'Inps rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse». C'è già chi parla di una «profilazione» messa in atto dalla direzione antifrode dell'Inps da cui poi è trapelata la notizia. E chi di una ricerca «mirata» scorrendo lista dei beneficiari del bonus, di chi fosse titolare di incarichi elettivi. È stata dunque una caccia ad hoc da parte degli uffici dell'Istituto di previdenza? I sospetti si addensano sull'ente, che non hanno affatto scovato «furbetti», ma destinatari legittimi del bonus, solo che, guarda caso, anche parlamentari, consiglieri regionali e comunali che non hanno commesso alcune frode o irregolarità.

Il Garante per la protezione dei dati ora chiede all'Inps di conoscere, in particolare quale sia la «base giuridica del trattamento effettuato sui dati personali dei soggetti interessati; l'origine e tipi di dati personali trattati, riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale», le «modalità con cui è stato effettuato il trattamento, con specifico riguardo all'operazione di raffronto dei dati personali dei soggetti richiedenti o beneficiari del bonus, con quelli riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale», nonché «l'ambito del trattamento ed eventuali comunicazioni a terzi di tali dati». Forza Italia chiede le dimissioni del presidente Pasquale Tridico, atteso in audizione domani. Il vice presidente del Gruppo Misto, Maurizio Lupi, annuncia una «interpellanza urgente per sapere chi ha dato mandato al comitato antifrode di indagare eletti in cariche pubbliche, che in ogni caso non avevano violato la legge. Sono stati utilizzati dalla pubblica amministrazione dello Stato dati personali per finalità che non rientrano nel suo scopo. Il dubbio è se qualche gruppo politico abbia chiesto di influenzare la prossima campagna referendaria sul numero dei parlamentari con una campagna così forte di antipolitica. Si dovrebbero dimettere i parlamentari qualora fossero coinvolti, ma si dovrebbe dimettere anche l'incapace e pericoloso Tridico».

I dubbi su un ipotetico «mandante» arrivano anche dal presidente dell'Istituto italiano per la privacy, Luca Bolognini: «I parlamentari che chiesero il bonus di 600 euro sono praticamente indifendibili. Ma l'Inps ha operato selezioni e profilazioni con criteri di appartenenze e incarichi politici di duemila persone? Se sì, a che titolo e su quel base giuridica?».

E soprattutto «su mandato di chi? Se era un loro diritto ricevere il bonus (per quanto intollerabile sul piano politico) per assenza di limiti reddituali, quale fumus avrebbe giustificato una selezione profilata dei richiedenti con incarichi politici? Urge controllo». E si muove il Garante.

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