"Se non passa la riforma del catasto il Governo finisce qui". La frase ultimativa è di Maria Cecilia Guerra, la sottosegretaria ed economista espressa da Leu che ha trattato (e che dovrebbe continuare a trattare) per la riforma del catasto.
Che il centrodestra continui a votare contro l'innalzamento delle tasse è naturale: fa parte della sua storia. Quello che sembra stonare, in questa vicenda, è anche la scelta di un'ambasciatrice, per così dire, che tutto può tranne che unire la maggioranza su questo tema.
Come stiano le cose lo ha spiegato il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani in un'intervista rilasciata a Repubblica: "La questione è semplice: per noi va bene l'emersione del sommerso - ha detto l'ex presidente del Parlamento europeo - , non una patrimoniale mascherata. Abbiamo trattato fino all'ultimo. Il problema è che a cercare un accordo è stata messa una sottosegretaria di Leu che vuole le tasse sulla casa. Come se si mandasse Totti a trattare con la curva Nord". Il fatto che a dover trovare la quadra, per parte del governo, sia un'esponente del partito più a sinistra tra quelli che siedono in Parlamento, in effetti, non costituisce un viatico semplice per il raggiungimento di un accorso sul catasto, che è un argomento delicato. Se non altro perché si tratta di decidere se mettere o no le mani in tasca agli italiani.
Forza Italia non ha dubbi su quale debba essere il proseguimento della vicenda politica: "Noi - ha continuato Antonio Tajani - confermiamo massima lealtà, continueremo a votare contro questo articolo sul catasto, se non sarà cambiato, ma non contro la legge. La legislatura durerà sino al 2023. Nessuno ci chieda però di rinunciare alle nostre battaglie: lo faremo anche sulla riforma della giustizia. Di certo, non può essere la sinistra a dettarci il percorso". L'esecutivo guidato da Mario Draghi non è in pericolo ed il partito guidato da Silvio Berlusconi continuerà a sostenerlo. Ma la sinistra massimalista non può pensare di dettare tempi e temi.
Maria Cecilia Guerra, economista che ha già ricoperto ruoli in governi del passato, è stata sottosegretaria del Conte bis, il governo più a sinistra di questa legislatura. L'incarico che ricopre ora è il medesimo. Prima di questa esperienza, è stata anche viceministro alle Pari opportunità quando il presidente del Consiglio era Enrico Letta. Ora la Guerra non fa più parte del Pd: è stata eletta - come premesso - da Liberi e Uguali. E il fatto che abbia legato la sopravvivenza del governo alla riforma del catasto fornisce un indizio su quale sia l'impostazione ideologica di questo esponente politico in materia fiscale ed affini.
Durante l'estate scorsa, la sottosegretaria era balzata agli onori delle cronache per via della sua volontà di tassare i patrimoni: "L'attuale sistema di prelievo patrimoniale va rivisto. LeU ha presentato una proposta che unificherebbe la tassazione patrimoniale con quella sui redditi da capitale in un unico prelievo a parità di gettito", aveva detto ai tempi, così come ripercoso in un articolo per Il Giornale di Matteo Mura.
Se la patrimoniale non sembra essere affatto invisa alla visione economica della Guerra, il discorso cambia sulla flat-tax, che è uno dei cavalli di battaglia di tutta la coalizione di centrodestra: "La flat tax non è stata presa in considerazione
dalle commissioni e mi sembra sia un fatto positivo perché questo modello di tassazione, a parità di gettito, scarica l'onere sulle classi medie che si vorrebbero tutelare", aveva fatto presente la sottosegretaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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