Sparò al ladro, assolto: "Ma chiudo per paura"

Franco Birolo farà il contadino: «Non posso difendermi dai criminali e dalla legge»

Sparò al ladro, assolto: "Ma chiudo per paura"

«Lo Stato non ti difende. Chiudo tutto e faccio l'agricoltore». È il lungo sfogo raccolto da Il Giornale, del tabaccaio di Civè di Correzzola, in provincia di Padova, Franco Birolo, che nella notte tra il 25 e il 26 aprile 2012 aveva sparato e ucciso con un colpo di pistola, regolarmente detenuta, un ladro moldavo entrato nel suo negozio. A marzo scorso Birolo venne assolto perché il fatto non costituisce reato. Ma nonostante questo, la paura che tutto ciò possa riaccadere, il timore di finire rigettato nel calvario giudiziario e la rabbia per non aver percepito nemmeno un soldo di risarcimento, in Birolo sono più vive che mai.

«Chiudo tutto e mi dedico ad altro - si sfoga Birolo ho preso questa decisione perché questo iter giudiziario di cinque anni, ha tolto tempo alla mia famiglia. Ho deciso di dedicarmi all'attività agricola dei miei e poi perché ho paura. Ho paura che possa ricapitare, non sono immune da queste situazioni. E se ricapita il sistema giudiziario non ti protegge. La giustizia dovrebbe essere dalla parte delle vittime, non far passare cinque anni di calvario a una persona. Non ho scelto io di fare la parte del delinquente e finire nelle aule di giustizia. Io ho scelto di lavorare, di andare a letto la sera e di svegliarmi al mattino presto per essere efficiente. Non per rincorrere i ladri nel mio negozio».

Birolo, da quando è rimasto colpito da questa vicenda, è sostenuto dall'Unavi, l'associazione che riunisce i famigliari delle vittime dei reati violenti e dall'Osservatorio nazionale Sostegno Vittime. «Loro danno una mano - dice Birolo - cosa che lo Stato non fa. Nessun risarcimento ho visto per quello che ho passato e con due gradi di giudizio e cinque anni di procedimento penale, veda lei quanti soldi posso aver speso. L'avvocato me lo sono pagato. Sono stato aiutato per una piccola parte da un fondo di solidarietà del Comune ma non basta a coprire le spese totali».

In primo grado il tabaccaio era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni della madre e della sorella della vittima Igor Ursu, quantificati in 325mila euro. La sentenza emessa dal tribunale di Padova aveva scatenato furiose polemiche. «Io non mi sento sicuro - continua Birolo - mi devo difendere sia dai delinquenti che dal sistema giudiziario. Se non ci si difende si fanno i conti con i criminali, se ci si difende con i calvari successivi».

A intervenire anche Andrea Ostellari, segretario provinciale Lega Padova, che ha incontrato

Birolo. «Franco non si sente sicuro per la paura di leggi ingiuste e immorali. Basta un po' di buon senso per capire che chi viene attaccato ha diritto di difendersi, la legge deve proteggere gli innocenti, non i colpevoli».

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