Spinelli patteggia tre anni e due mesi

L'accordo coi pm prevede anche la confisca di 500mila euro. Ora la parola al Gup

Spinelli patteggia tre anni e due mesi
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Di ritrovarsi da solo sul banco degli imputati, mentre i suoi compagni di sventura uscivano di scena col patteggiamento, Aldo Spinelli non aveva nessuna voglia. E così anche lui, il vecchio ras del Porto di Genova, arrestato il 7 maggio insieme al governatore ligure Giovanni Toti e al presidente del porto Paolo Signorini, sceglie di limitare i danni firmando un accordo con i pubblici ministeri. Con le attenuanti generiche e lo sconto di pena, il conto totale si ferma a tre anni e due mesi, più la confisca di 500mila euro. A differenza di Toti, Spinelli non riesce a ottenere la conversione della pena in lavori socialmente utili. Ma restando sotto il tetto dei quattro anni gli si apre la porta per chiedere direttamente l'affidamento in prova ai servizi sociali senza passare per il carcere: rischio che comunque non avrebbe corso visti i suoi ottantaquattro anni suonati.

Anche per Spinelli, l'accordo con la Procura passa per un compromesso che porta entrambe le parti a rinunce importanti. I pm ritirano l'accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio: sia il rinnovo della concessione per il terminal portuale che le pratiche edilizie per privatizzare la spiaggia di Punta dell'Olmo vengono ritenute lecite e questo consente ai legali di Spinelli di definire le operazioni «corrette e legittime, nel rispetto dell'interesse pubblico».

Sull'altro piatto della bilancia, Spinelli accetta la condanna per corruzione impropria: i 74mila euro versati ai comitati elettorali di Toti erano, come ha sempre sostenuto la Procura, la contropartita per le due concessioni. Lo stesso vale per i favori elargiti a piene mani a Signorini, come i soggiorni a Montecarlo, le fiches al casinò, i bracciali di Cartier. Non erano regali disinteressati, erano il prezzo della delibera.

Anche il patteggiamento di Spinelli è la classica situazione, come si vede, dove ognuno può vedere il bicchiere mezzo pieno. La procura evita un processo interminabile, dove l'assoluzione degli imputati dalla accusa più grave era comunque un esito possibile. Spinelli torna ai suoi affari e alle sue barche. «Avremmo voluto affrontare il dibattimento certi di dimostrare nei fatti l'innocenza di Aldo Spinelli - dicono i suoi legali - ma la prospettiva di affrontare un processo che si sarebbe protratto per anni ha fatto prevalere la volontà primaria del nostro assistito di preservare le aziende e la famiglia dal danno mediatico che ne sarebbe derivato».

Il riferimento alla famiglia non è casuale: anche il figlio di Spinelli, Roberto, è indagato nella stessa vicenda, nel troncone per il quale le indagini sono ancora aperte, ed è chiaro che il passo indietro compiuto dalla Procura nei confronti del padre è destinato a riverberarsi positivamente anche su di lui. Poi c'è da tutelare la holding, il Gruppo Spinelli di cui la Terminal Rinfuse che ottiene la concessione portuale è solo una delle tante costole. Finora la Procura di Genova non aveva ritenuto di mettere sotto inchiesta il Gruppo, con l'accordo di ieri la prospettiva si allontana forse definitivamente. A carico di Aldo Spinelli resta, come corollario del patteggiamento, la interdizione ai rapporti con la pubblica amministrazione: ma qualcuno potrà contrattare per suo conto.

Come per quelli di Toti e di Signorini (che accetta la pena più alta, tre anni e cinque mesi) anche il patteggiamento di Aldo Spinelli dovrà passare per il vaglio del giudice preliminare, che in base al codice potrebbe ritenere la pena troppo bassa. Ma è una ipotesi che a Genova non viene considerata probabile. La voglia di girare pagina, arrivati a questo punto della faccenda, ce l'hanno tutti.

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