
Il bazooka fiscale tedesco dà la scossa ai mercati europei e indirettamente offre sponda al colpo di reni dello spread Btp-Bund, sceso sotto i 100 punti base sulla piattaforma Mts. Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi non scendeva sotto tale soglia dal lontano settembre 2021. L'intesa di massima raggiunta tra Cdu e Spd sulla creazione di un maxi-fondo da 500 miliardi di euro, affiancato dall'allentamento del freno sul debito per consentire maggiori spese per la difesa, ha innescato una reazione violenta degli investitori sui Bund, i cui rendimenti sono schizzati in alto di 29 punti base, ossia il balzo maggiore dalla riunificazione tedesca nel 1990. Un movimento che riflette la maggiore offerta di debito che il mercato dovrà assorbire. Anche i rendimenti dei Btp sono saliti ma in misura minore rispetto al Bund e questo si è tradotto in un calo dello spread (risalito in chiusura a 106).
A sorprendere i mercati è stata la taglia extra-large delle somme messe in campo da Berlino. Tra le Borse spicca lo sprint di Francoforte (+3,55%) che già pregusta una ripartenza della locomotiva tedesca, inceppatasi negli ultimi anni. Il piano targato Friedrich Merz, probabile prossimo cancelliere, potrebbe vedere le prospettive economiche tedesche «migliorare fino all'1,5-2% annuo dal 2026, soprattutto se la spesa pubblica verrà utilizzata in modo efficiente», indica Luigi De Bellis, co-head del Research Team di Equita, che inoltre vede questa manovra limitare la necessità di tagli profondi da parte della Bce, con effetti positivi per le banche. E ieri è andato in scena un rally prepotente proprio delle banche con oltre +12% per Deutsche Bank e +11% di Commerzbank, oggetto del desiderio dell'italiana Unicredit che si è accodata all'entusiasmo in salsa teutonica segnando oltre +7% anche perchè esposta in Germania con la controllata Hvb. A Milano (+2,08% il Ftse Mib) spicca anche Buzzi (+16%) in quanto il piano Merz prevede anche una buona dose di investimenti in edilizia abitativa.
Tornando allo spread, la sottosegretaria al Mef e deputata di Fratelli d'Italia, Lucia Albano ha rimarcato come il traguardo di quota 100 rappresenti un segnale tangibile della rinnovata fiducia dei mercati nell'economia italiana e nella solidità dell'azione di governo». «In un contesto geopolitico complesso - aggiunge - la stabilità politica e la prudenza nella gestione della finanza pubblica hanno avuto un ruolo fondamentale nel ristabilire la credibilità dell'Italia sui mercati internazionali.
Guardando al futuro, il netto calo del deficit nel 2024 al 3,4%, migliore del previsto «potrebbe fare da assist ad alcuni upgrade da parte delle agenzie di rating», sottolinea a Il Giornale Annalisa Piazza, fixed income portfolio manager di MFS IM, che nel medio termine si aspetta un aumento della domanda estera di Btp dal Giappone (in sostituzione degli Oat francesi) «e sicuramente alcune assicurazioni e fondi pensione approfitteranno della curva italiana relativamente ripida per acquistare titoli a più lunga scadenza».
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