Lo sprint sulle candidature: imprenditori e rettori in lista

La coalizione lima il puzzle dei collegi, l'ipotesi del 45% a Forza Italia. Da sciogliere il nodo della quarta gamba

Lo sprint sulle candidature: imprenditori e rettori in lista

Le caselle nel puzzle delle candidature iniziano lentamente a trovare il loro posto. Una incognita, però, continua a gravare sulla faticosa trattativa per la distribuzione dei collegi uninominali: quella rappresentata dal Noi con l'Italia. La quarta gamba di Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto è sul piede di guerra e nella mattinata di ieri i due leader si sono presentati a Palazzo Grazioli per un colloquio con Silvio Berlusconi in cui hanno minacciato di rompere l'alleanza se non verranno ricalibrate le quote decise a tavolino da Fi, Lega e Fratelli d'Italia.

Gli umori nella quarta gamba sono accesi soprattutto verso Salvini e Meloni che «stanno mettendo troppi veti». A questo punto si aspettano che il leader azzurro prenda in mano la situazione e al tavolo previsto per il fine settimana con Salvini e Meloni ristabilisca «la giusta equità». Altrimenti, avvertono, «noi possiamo anche andare da soli». Una circostanza che soprattutto in Puglia e Sicilia avrebbe effetti deleteri per tutti.

La formula su cui i delegati al tavolo delle candidature stanno lavorando prevede il 45% dei collegi per Forza Italia, 36% alla Lega, il 15% a Fratelli d'Italia e il restante 4% proprio ai centristi. Tradotto in numeri questo significa 155 seggi ai forzisti, 129 ai leghisti, 51 alla Meloni e circa 13 al partito di Raffaele Fitto, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi e Saverio Romano. Da quanto filtra Forza Italia e Lega avranno più o meno lo stesso numero di candidati nei collegi considerati sicuri, attorno a 60 per ciascun partito. 23 sono i candidati praticamente blindati per il partito della Meloni e 7-8 quelli della quarta gamba. Forza Italia avrà qualcosa in più nei collegi in bilico. Ma la declinazione e la proiezione sulle varie regioni è tutt'altro che facile. Tanto per dirne una Noi con l'Italia in Sicilia alle ultime Regionali ha preso il doppio dei voti della lista unica Lega-Fratelli d'Italia ed è necessario tenere conto dei consensi dei vari territori.

Di certo il ragionamento diffuso nel centrodestra è quello di giocarsi al meglio le carte nei collegi chiave, quelli considerati in bilico che risulteranno decisivi per il risultato finale (a meno di non andare oltre il 40%). Per questi collegi servono candidati forti che possano portare un valore aggiunto alla coalizione. «Non useremo il bilancino, schiereremo i migliori», promette Giorgia Meloni. Si punta sulla Calabria che potrebbe riservare risultati importanti. Poi nella lista ci sono Massa, Lucca e Grosseto in Toscana dove il Pd comunque appare in vantaggio. E ancora: Fidenza, Piacenza e Rimini in Emilia Romagna; il Sud delle Marche e l'Umbria, in particolare nella zona di Terni. In Sicilia - dove alcuni candidati di Diventerà Bellissima dovrebbero finire nelle liste di FdI - ci sono prospettive importanti. Forza Italia schiererà i suoi big nei collegi.

Nella quota civica dovrebbero esserci gli imprenditori Francesco Ferri (in Lombardia) e Vincenzo Caputo (in Campania); il Rettore di Salerno Aurelio Tommasetti; corteggiato il manager e imprenditore Costanzo Iannotti Pecci così come Danilo Iervolino, fondatore dell'Università Pegaso, così come gira il nome del direttore di Panorama Giorgio Mulè per un collegio in Sicilia.

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