
E finalmente, dopo ore di apprensione, arriva una notizia rincuorante: nessuna crisi respiratoria. Il bollettino medico di ieri rassicura sulle condizioni di Papa Francesco, che sembravano di colpo precipitate. Cerchiamo di capirne di più guidati da Francesco Dentali, direttore del dipartimento Area Medica dell'Asst Sette Laghi-Varese.
Niente febbre, stato vigile e nessuna crisi respiratoria. Le condizioni del Papa sembrano in miglioramento?
«Questa stabilità è un grande segno di ottimismo, è molto positivo che il Santo Padre sia non solo vigile ma anche attivo e che svolga, ovviamente nel limite delle sue forze, le sue attività».
Vuol dire che la terapia antibiotica sta facendo effetto?
«Si, sicuramente. Un altro segnale positivo è dato dai globuli bianchi che, in base agli ultimi esami, non sono aumentati. Il Papa è stato ricoverato per una polmonite polimicrobica bilaterale e quando è in corso un'infezione batterica i globuli bianchi si alzano. Dopo 72 ore di antibiotico mirato, è il farmaco a uccidere i batteri, quindi progressivamente i globuli bianchi tornano a uno stato di normalizzazione».
Se la cura fa affetto, come mai ci sono state le crisi respiratorie?
«Anche in un decorso normale della malattia, nei pazienti più anziani può capitare che si verifichino delle crisi respiratorie. Gli anziani hanno una riserva respiratoria ridotta e soprattutto hanno più difficoltà ad espettorare, cioè non riescono a liberarsi velocemente del catarro».
Gli anziani fanno fatica anche nel momento in cui vengono aspirati?
«L'aspirazione non va mai troppo a fondo e quindi non ha del tutto liberato le vie aeree. Per questo è stata necessaria la ventilazione: oltre a dare un supporto respiratorio, è servita ad aprire e liberare i polmoni, a smuovere l'albero polmonare e ripulirlo dal catarro».
Come mai vengono alternati l'ossigeno ad alti flussi e la ventilazione meccanica non invasiva? Uno applicato di giorno e l'altra di notte?
«È il normale svezzamento del paziente. Si alternano i due tipi di respirazione. Di solito si applica di notte la ventilazione meccanica e di giorno l'ossigeno ad alti flussi: è meno invasivo e in questo modo il paziente può interagire più facilmente, mangiare, stare seduto (fondamentale durante la degenza) e fare gli esercizi per la respirazione».
Ora si possono escludere la sepsi e il rischio di polmonite ad ingestis?
«L'ab ingestis, cioè l'infezione polmonare causata dall'inalazione di materiali alimentari, sembra un rischio superato. Per quanto riguarda la sepsi, il Papa è stato settico ma la funzionalità degli organi non è mai stata compromessa e, a giudicare dagli ultimi parametri, sembra anche questa una possibilità superata».
Come proseguirà la degenza?
«La fase acuta della degenza durerà ancora un po'. Poi ci sarà una lunga riabilitazione fisica e in particolar modo cardio polmonare».
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