La settimana corta di quattro giorni, aumenti mensili e più smart working. È stata firmata ieri l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto degli statali, ma i sindacati si spaccano. Si dissociano dal testo Cgil e Uil. Che si preparano a chiedere un referendum tra i lavoratori, oltre allo sciopero generale invocato dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
L'accordo riguarda circa 195mila dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali, degli enti pubblici non economici tra cui Inps e Inail. E introduce diverse novità.
Sulle buste paga scatta un incremento mensile medio a regime di 165 euro, per tredici mensilità, pari a un aumento del 6%. A questo si aggiungono circa mille euro di arretrati. «Gli aumenti medi lordi vanno dai 121,40 euro al mese a regime per gli operatori ai 193,90 euro per le elevate professionalità passando per i 127,70 euro per gli assistenti e i 155,10 euro per i funzionari», ha spiegato Antonio Naddeo, presidente Aran, l'Agenzia che rappresenta le pubbliche amministrazioni nella contrattazione nazionale.
L'innovazione più rilevante è la «sperimentazione in forma volontaria» della settimana da quattro giorni: «È una rimodulazione dell'attuale orario di lavoro di 36 ore settimanali - ha precisato Naddeo - che comporta ovviamente una giornata lavorativa più lunga, pari a nove ore più la pausa, oltre al riproporzionamento di ferie e permessi giornalieri».
A questo si aggiunge anche l'estensione della possibilità di fare smart working: con questo accordo la quota di lavoro agile può superare anche la presenza in servizio. Di fatto il nuovo testo supera il vincolo della presenza fisica prevalente. Viene anche riconosciuto il buono pasto se si fanno le stesse ore previste in presenza. Ma è possibile estendere ancora di più la modalità per i lavoratori con particolari esigenze di salute o che assistano familiari con disabilità gravi ai sensi della legge 104 o genitori con bambini piccoli.
Viene inaugurato poi il cosiddetto age management, un nuovo criterio per tenere conto delle diverse età dei dipendenti, «con il duplice obiettivo di avviare un nuovo patto intergenerazionale, valorizzando al meglio chi ha maggiore esperienza, attraverso il mentoring, nei confronti dei più giovani, e permettendo di attivare un reverse mentoring verso i più anziani, per esempio, sulle competenze digitali», ha aggiunto Naddeo.
Attenzione specifica viene riservata ai nuovi assunti che possono beneficiare di una contrattazione integrativa con specifiche indennità, lavoro agile e welfare aziendale. Soddisfatto il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che parla di «giusto riconoscimento» alle persone che lavorano nella Pubblica amministrazione: «Diamo continuità ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego come non era mai successo e con incrementi mai visti: circa 16% in tre tornate». «Sono certo che queste norme possono veramente avviare il cambiamento, valorizzando le persone che ogni giorno garantiscono all'Italia servizi e competenze», ha rivendicato il presidente di Aran.
Per Cgil e Uil invece così «il governo e Aran si prendono la responsabilità di scegliere la via della rottura di una trattativa ancora in corso per migliorare un testo che non dà risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto». Una visione distante da quella dell'altro sindacato.
Il segretario generale della Cisl-Fp, Maurizio Petriccioli, invece, replica che chi si oppone «senza proporre un'alternativa concreta finisce solo per ritardare colpevolmente i futuri contratti e le risorse nelle tasche dei lavoratori. Noi abbiamo sottoscritto convintamente il contratto».
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