Non ci saranno ulteriori proroghe dello stato di emergenza. Ieri, proprio mentre Montecitorio votava la fiducia sul decreto legge che protrae fino al 31 marzo lo stato di emergenza nazionale per la pandemia di Covid, un autorevole membro del Comitato Tecnico Scientifico ne preannunciava la fine. «Non credo verrà prorogato ancora e quindi si scioglierà anche il Cts», è la convinzione dell' immunologo, Sergio Abrignani. Insomma la proroga che verrà votata in via definitiva oggi dalla Camera, dopo il via libera già incassato a Palazzo Madama, dovrebbe davvero essere l'ultima. La, probabile, fine dello stato di emergenza si porterà dietro anche molte altre misure, tutte connesse alla necessità dettata da una condizione di pericolo che una volta tornati alla «normalità» non avranno più ragione di esistere, come confermato dallo stesso Abrignani. L'abolizione del green pass ad esempio rispetto alla quale lo scienziato dice «sono scelte politiche» aggiungendo però la sua opinione: «quando avremo terminato la campagna vaccinale potremo togliere tutto».
Il perché è chiaro per l'immunologo, convinto che non si vivrà più «la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane la variante Omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron, è difficile ed è improbabile immaginarsela».
Sul green pass si era pronunciato pure il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ritiene la cancellazione del certificato verde «uno scenario possibile: dobbiamo completare la somministrazione delle terze dosi ma con questo ritmo per marzo potremmo aver finito e così si potrà aprire uno scenario con meno misure restrittive».
La Camera ha votato ieri la fiducia e l'ok definitivo al provvedimento è atteso per oggi visto che il decreto va convertito in legge entro il 22 febbraio.
Lo stato di emergenza è stato proclamato per la prima volta il 31 gennaio del 2020 dall'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ed è stato più volte è prorogato visto il perdurare della pandemia. Con la fine dello stato di emergenza si chiuderà anche quella fase che assegnava al governo poteri speciali attraverso una via preferenziale più veloce con il ricorso ai Dpcm, che non devono avere l'ok dalle Camere per entrare in vigore. Quel genere di provvedimenti che ha permesso di proclamare il lockdown per i cittadini e di introdurre il sistema dei colori per le regioni oltre a tutte le misure di protezione straordinarie l'obbligo delle mascherine all'aperto e il distanziamento sociale.
Al momento non è ancora stato deciso se con lo stato di emergenza decadrà del tutto anche il green pass. All'interno della maggioranza non c'è accordo. Probabile resti in vigore come previsto almeno fino al 15 giugno per gli over 50 sul posto di lavoro. Dovrebbe invcece essere sciolto in modo automatico il Comitato Tecnico Scientifico anche perché il ministero della Salute è già dotato di organismi consultivi e operativi permanenti rispetto alla sorveglianza della salute pubblica come il Consiglio Superiore di Sanità e l'Istituto Superiore di Sanità. Destino diverso per il commissario straordinario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo.
La struttura commissariale che si occupa della campagna vaccinale passerà alla Protezione civile per una gestione non più in emergenza. Figliuolo da gennaio è a capo del comando operativo di vertice interforze (Covi) da dove continuerà ad operare anche dopo la fine dell'emergenza.
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