La stoccata di Di Maio a Conte: "Irresponsabile il Papeete bis"

L’ex 5S raduna i suoi: "Con la crisi Paese allo sbando". E fa la corte ai sindaci Sala, Pizzarotti, Toti e Brugnaro

La stoccata di Di Maio a Conte: "Irresponsabile il Papeete bis"

Il cantiere di Luigi Di Maio è aperto. Dopo le prime assemblee di battesimo e rodaggio, i 63 parlamentari di Insieme per il Futuro si riuniscono di nuovo e lanciano un appello per la stabilità del governo. I dimaiani invitano a «non riproporre il Papeete» e avvertono: «Le ambizioni dei partiti, in una fase storica come quella che stiamo vivendo, devono lasciare spazio alle priorità degli italiani. Non è il momento degli egoismi, rischiamo solo di portare il Paese allo sbando». I destinatari del messaggio, ovviamente, sono Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Ma è lampante che, anche se non viene nominato, il bersaglio della reprimenda di Ipf è il secondo. D'altronde la scissione all'interno del M5s è nata proprio dall'insofferenza di un'ampia fetta di parlamentari ormai ex grillini nei confronti dell'atteggiamento di Conte, che anche ieri minacciava l'esecutivo nel caso non venissero accolti i desiderata dei Cinque Stelle.

Due ore di confronto su Zoom per la neonata truppa del ministero degli Esteri. «Ognuno ha fatto le sue proposte, in un clima di grande serenità, diciamo che è un sollievo, dopo che ci eravamo abituati ad assemblee con ben altri toni», racconta al Giornale uno dei partecipanti, che non rimpiange le accese riunioni congiunte dei pentastellati. Di Maio si collega da Bali, in Indonesia, dove è in corso la ministeriale del G20, e propone di lanciare l'appello alla responsabilità. Che diventa poi una nota sottoscritta anche dai capigruppo di Camera e Senato Iolanda Di Stasio e Primo Di Nicola. Nella dichiarazione di Ipf viene menzionato il decreto Aiuti. Proprio il provvedimento su cui il M5s si asterrà alla Camera sul voto del testo e su cui minaccia di non votare la fiducia nel voto unico previsto a Palazzo Madama. «Bisogna avere il coraggio di governare e aiutare i cittadini, come stiamo facendo con il dl Aiuti - sottolineano i dimaiani - ma chi fugge oggi dalla maggioranza volta le spalle agli italiani». Parole d'ordine che riecheggiano nei ragionamenti dei non pochi parlamentari governisti che invece hanno scelto di restare dentro il Movimento.

E ancora un avvertimento da parte di Ipf: «Con una crisi di governo è doveroso ricordare, inoltre, che andremmo in esercizio provvisorio». Oltre al rischio di «bruciare i miliardi del Pnrr». «Ogni partito, prima di minacciare la tenuta del governo, dovrebbe fortemente interrogarsi sugli effetti che una crisi potrebbe determinare», un'altra stoccata a Conte. Il movimento guidato dal titolare della Farnesina insiste sul fatto che aprire una crisi «significa prestare il fianco alla propaganda di Putin». Infine l'appello: «Lavoriamo con maturità e pianifichiamo un percorso che porti il governo alla fine della legislatura». Con o senza Conte, potrebbe suggerire qualche maligno.

Ipf, insomma, mette l'accento sulla responsabilità. E il cantiere di Di Maio punta a coinvolgere soprattutto i sindaci. Il primo nome da segnare sul taccuino è quello di Beppe Sala, con cui l'ex capo politico del M5s ha avuto un incontro a Milano mercoledì. Un faccia a faccia «molto positivo», secondo fonti dimaiane. Nella rosa dei personaggi con cui avviare un dialogo ci sono anche l'ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti, un altro ex grillino di lusso, e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che ha definito «coraggiosa» la scelta scissionista di Di Maio. E c'è il governatore ligure Giovanni Toti, che ha esaltato la «capacità di mediazione» del ministro.

Il centro dei sindaci è ancora fumoso, ma la discussione è partita. Così come è cominciato il confronto sotto traccia per l'adesione delle due europarlamentari di Ipf al gruppo Renew Europe, lo stesso di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Un accordo che potrebbe concretizzarsi a settembre.

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