Non è Calenda, ma Emma Bonino a dover decidere sull’alleanza tra Azione e Più Europa con il Partito Democratico. Come vi avevamo anticipato una settimana fa, è lei che ha il simbolo indispensabile per evitare la raccolta firme per candidarsi alle elezioni. Senza il quale Azione, che non è presente in parlamento, dovrebbe raccogliere 750 firme per ogni collegio. Una macchina che non garantisce a Calenda la possibilità di riuscire a presentarle dappertutto, considerando che vanno raccolte su liste già compilate. E a pochi giorni dalla eventuale consegna, Azione ancora non sa neppure se correre col Pd o con un eventuale terzo polo.
Lo stesso problema lo stanno denunciando in queste ore Gianluigi Paragone e Marco Cappato, che chiedono un esonero senza il quale saranno esclusi dalla competizione elettorale. Mentre più furbescamente Calenda si è accodato a Più Europa che ha già il simbolo a disposizione.
In realtà in un primo momento Calenda aveva provato a smentire questo retroscena. Fonti di Azione avevano spiegato che per loro non vige l'obbligo di raccolta delle firme poiché rientrerebbe nel novero dei partiti esentati vantando un europarlamentare (Calenda stesso). Calenda venne eletto nel 2019 a Strasburgo con il simbolo di 'Siamo europei', che è lo stesso soggetto giuridico di Azione.
Ma a smentire questa ricostruzione è stato Bruno Tabacci durante la conferenza stampa del nuovo simbolo Impegno Civico per la lista costruita con Luigi Di Maio. "Se non vi fosse stato il Centro Democratico - ha detto Tabacci- neanche Calenda avrebbe il simbolo: si affida a quello di +Europa che cinque anni fa non esisteva, che esiste grazie a me. Quindi se Calenda si può presentare alle elezioni è anche per merito mio”. Calenda ieri aveva attaccato fortemente Di Maio ricordando tutti gli errori commessi dall'ex ministro degli Esteri, e oggi, riferendosi anche a Bonelli e Fratoianni, ha chiesto al Pd di non offrire posti a chi si è inventato partiti all’ultimo secondo. “Centro democratico è presente con il suo simbolo ininterrottamente in Parlamento dal 2013 - gli ha risposto Tabacci- Ha eletto parlamentari dal 2013 in continuità. Le regole non le ho fissate io”.
Quindi adesso è tutto nelle mani di Bonino e Della Vedova, che nei giorni scorsi avevano già chiesto al Pd sei seggi sicuri insieme a loro per Magi, Ferrandelli e altri due fedelissimi.
Una volta era
Pannella a lottare con gli scioperi per la fame per garantire il rispetto dei diritti civili e politici, oggi i suoi ex compagni usano il tram di un vecchio democristiano come Tabacci per aggirare le regole demcoratiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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