Stop di Biden alla Cina "È la pace di Putin". G20 spaccato su Kiev. Ma spunta la pista dell'Ucraina nella Nato

Washington: "Il piano piace a Mosca, non può essere buono".

Stop di Biden alla Cina "È la pace di Putin". G20 spaccato su Kiev. Ma spunta la pista dell'Ucraina nella Nato

New York. La guerra in Ucraina rimane al centro della scena e spacca il G20 di Bangalore, che termina senza un comunicato finale, mentre Joe Biden boccia il piano di pace cinese e l'Ue dà il via libera al decimo pacchetto di sanzioni. Intanto, secondo il Wall Street Journal, Londra, Parigi e Berlino stanno tentando Kiev con mosse di avvicinamento alla Nato per incoraggiarla ad avviare colloqui di pace con la Russia.

Un anno dopo l'invasione dell'Ucraina, il conflitto sta approfondendo il divario tra le principali economie mondiali, come emerso alla riunione dei capi delle finanze del G20 in India, dove gli sforzi per dimostrare unità sono stati oscurati dalle crescenti tensioni su Mosca. Le diverse opinioni hanno impedito il tradizionale comunicato ufficiale, sostituito con una sintesi che ribadisce la condanna della guerra espressa a novembre a Bali appoggiata da «gran parte dei paesi membri», ma senza l'appoggio di Russia e Cina. «Gran parte dei membri ha condannato con forza la guerra in Ucraina, sottolineando che sta causando immense sofferenze ed esacerbando fragilità pregresse dell'economia globale - si legge nella nota - Tuttavia ci sono stati altri punti di vista e valutazioni della situazione e delle sanzioni». Il G20 «non è il forum deputato a risolvere problemi relativi alla sicurezza, ma sappiamo che le problematiche di sicurezza possono avere conseguenze significative per l'economia». La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen ha cercato di spingere ad una risposta congiunta, spiegando che una presa di posizione forte era «assolutamente necessaria» poiché «l'Ucraina sta combattendo non solo per il proprio paese, ma per la conservazione della democrazia e delle condizioni pacifiche in Europa». Nel frattempo il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è recato a New Delhi da Narendra Modi per convincerlo a sostenere, o almeno non bloccare, gli sforzi occidentali per isolare la Russia. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che andrà in visita in Cina «all'inizio di aprile».

Da Washington, invece, Joe Biden ha bocciato il piano di pace del Dragone: «Se piace a Putin come può essere un buon piano? Ci sono vantaggi solo per la Russia», ha detto in ad Abc News, sottolineando come l'idea che Pechino «negozi l'esito di una guerra totalmente ingiusta per l'Ucraina non è razionale. Il presidente Usa è tornato sulla questione dei jet F16, spiegando che «Kiev per ora non ne ha bisogno», e di questo ne ha parlato anche con Volodymyr Zelensky. E mentre il leader ucraino si dice convinto che Putin prima o poi verrà ucciso dal suo stesso entourage («i predatori mangeranno il predatore, troveranno un motivo per uccidere l'assassino», spiega), il suo consigliere Mykhailo Podolyak ha respinto l'iniziativa cinese: «Se si pretende di essere un attore globale, non si offre un piano irrealistico. Non si scommette su un aggressore che ha violato la legge internazionale e che perderà la guerra». Dopo gli Usa, poi, sono arrivate anche dall'Ue nuove misure restrittive contro Mosca. L'alto rappresentante Josep Borrell ha annunciato «il decimo pacchetto di sanzioni, con 121 persone ed entità elencate, nuove e significative restrizioni all'importazione/esportazione, divieto di diffusione della propaganda russa». Ma Zelensky vuole di più: «Ci aspettiamo passi decisivi contro Rosatom e l'industria nucleare russa, più pressione su militari e banche». E Mosca, per tutta risposta, ha smesso di fornire petrolio al gigante polacco Pkn Orlen attraverso l'oleodotto Druzhba. Anche se per Orlen la mossa non avrà alcun impatto sulla fornitura ai clienti polacchi e tutte le consegne ora arriveranno via mare. Intanto Germania, Francia e Gran Bretagna - secondo funzionari dei tre governi citati dal Wall Street Journal - ritengono che legami più forti tra Kiev e la Nato possano essere un modo per incoraggiare Zelensky ad avviare colloqui di pace con la Russia entro la fine dell'anno. In sostanza gli hanno offerto un accordo di avvicinamento all'Alleanza che gli darebbe maggiore accesso alle attrezzature militari occidentali in cambio dell'inizio dei negoziati. Secondo il Wsj, in privato i tre paesi dubitano che Kiev sarà in grado di cacciare militarmente i russi dall'Ucraina orientale e dalla Crimea, e che l'Occidente sia in grado di sostenere militarmente il paese per molto tempo ancora.

Precisando poi che durante l'incontro a Parigi all'inizio di febbraio, Macron e Scholz hanno detto esplicitamente a Zelensky che deve iniziare a prendere in considerazione colloqui di pace. Nel frattempo, però, l'esercito ucraino ha avvertito che Mosca ha raddoppiato il numero di navi schierate attivamente nel Mar Nero e ciò potrebbe essere una preparazione per ulteriori attacchi missilistici e di droni.

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