Stop alla deforestazione. L'attacco Usa a Putin e Xi

L'impegno entro il 2030. Stanziati 20 miliardi. Taglio del 30% anche alle emissioni di metano

Stop alla deforestazione. L'attacco Usa a Putin e Xi

C'è l'accordo per mettere fine alla deforestazione entro il 2030 e a firmare la dichiarazione finale stavolta ci saranno anche Russia, Brasile e Cina, i cui tre leader sono i grandi assenti della Cop26 di Glasgow. E poi c'è l'impegno di oltre 100 Paesi a ridurre le emissioni di metano del 30%, sempre per il 2030. Ma in questo caso i tre grandi inquinatori - Cina, India e Russia - decidono di non aderire. È mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda della prospettiva dalla quale lo si guarda, il bicchiere della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso in Scozia, appuntamento ritenuto cruciale per il futuro del pianeta. Cresce la consapevolezza che è arrivato il tempo di agire e prendere impegni forti, ma resta lo scetticismo sui risultati per gli scarsi impegni assunti da alcuni big player - Pechino, New Delhi e Mosca - che nel nome del progresso economico tardano la conversione alle politiche ambientaliste. Tanto che il presidente americano Joe Biden ne approfitta per attaccare il rivale cinese Xi Jinping: «Ha fatto un grosso errore a non venire. La Cina vuole guidare il mondo e poi non viene a Cop26...ma andiamo». Biden ne ha anche per Vladimir Putin: «La sua tundra sta bruciando, ha seri, seri problemi col clima, ma non vuole fare nulla», spiega in conferenza stampa. Infine il bilancio: «Abbiamo fatto molto, ma molto è ancora da fare».

Di certo è un successo la battaglia contro la deforestazione, sulla quale saranno investiti circa 20 miliardi di euro (di cui quasi 8 miliardi di euro solo dagli Usa) e che impegnerà oltre cento Paesi, culla dell'86% delle foreste del pianeta. Ma a diffondere speranza, pur nella consapevolezza che una svolta globale non sia possibile senza l'adesione di Cina e India, è anche l'iniziativa sul metano presa da Stati Uniti e Unione Europea. Il sostegno, ricevuto anche in questo caso da circa 100 leader, è significativo perché rappresenta il via libera di altrettante nazioni che rappresentano il 70% dell'economia globale. Non solo. Il metano è responsabile «di circa il 30%» del riscaldamento globale e la misura, secondo gli scienziati, potrebbe contribuire a evitare un innalzamento delle temperature di 0,3 gradi entro il 2040, un risultato che può aiutare a mantenere l'aumento sotto la soglia di 1,5 gradi, come si sono impegnati a fare i Grandi del mondo al G20 di Roma. «È una delle cose più importanti che possiamo fare in questo decennio», ha spiegato Biden, che ha voluto sottolineare anche gli altri benefici: meno emissioni di metano, significa «una migliore salute, la riduzione dell'asma e dei problemi respiratori», come conferma il programma Onu per l'Ambiente: si possono evitare 200mila morti l'anno. E l'Unione europea annuncia tramite Ursula von der Leyen che la Commissione proporrà «il mese prossimo» regole per limitare le emissioni.

«È una sfida di civiltà, serve il contributo di tutti», spiega Papa Francesco nel messaggio al presidente della Cop26, Alok Sharma, letto dal cardinale Pietro Parolin. Anche la Santa Sede, come gli Stati Uniti, annuncia emissioni zero entro il 2050. «Le ferite portate all'umanità dalla pandemia da Covid-19 e dal fenomeno del cambiamento climatico sono paragonabili a quelle derivanti da un conflitto globale».

Per la lotta ai cambiamenti climatici arriva anche una pioggia di soldi. Oltre ai 20 miliardi per lo stop alla deforestazione, il premier Johnson spiega che, per favorirne la transizione verde, l'obiettivo di erogare 100 miliardi di dollari l'anno ai Paesi più vulnerabili arriverà «nel 2023, ma spingiamo per raggiungerlo prima, nel 2022». La Ue promette il 35% dei fondi della ricerca tramite il programma Horizon Europe e con Bill Gates annuncia che finanzierà l'innovazione industriale con 1 miliardo.

Il padre di Amazon, Jeff Bezos, annuncia che spenderà 2 miliardi di dollari in progetti per «ripristinare i paesaggi dell'Africa» e «trasformare il sistema alimentare», grazie a una nuova consapevolezza ambientalista acquisita - dice - dopo aver visto le cose dallo spazio a bordo della sua New Shepard: «Guardando la Terra da lassù, l'atmosfera appare così sottile, il mondo così finito e fragile».

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