Stop al telemarketing molesto anche sui cellulari

È quanto prevede un regolamento approvato dal consiglio dei ministri, che amplia le disposizioni previste dal Registro delle opposizioni

Stop al telemarketing molesto anche sui cellulari

Il telemarketing viene messo alle strette. In futuro non sarà infatti possibile essere disturbati da chiamate indesiderate anche sui cellulari e sui numeri fissi che non sono presenti sugli elenchi pubblici. È quanto stabilisce un regolamento che amplia l’ambito di applicazione delle disposizioni previste dal Registro delle opposizioni. Il testo è stato approvato ieri dal consiglio de ministri.

Il registro delle opposizioni è una lista di numeri telefonici che non vogliono ricevere chiamate a fini commerciali. L’obiettivo è quello di tutelare il diritto alla privacy del cittadino e quello di non ricevere materiale pubblicitario da parte di agenzie, società e operatori di call center. Si tratta di un servizio gratuito messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico.

Le nuove regole

Come detto, il testo estende la disciplina di questo registro a tutte le numerazioni nazionali fisse e mobili e comprende anche quelle non riportate negli elenchi telefonici, cartacei o elettronici, che finora erano escluse. Inoltre, la disciplina adegua la normativa sull’uso dei dati personali contenuti negli elenchi telefonici. In pratica, il registro delle opposizioni viene ampliato e comprende anche le comunicazioni via posta cartacea.

Gli utenti avranno quindi la possibilità di evitare telefonate indesiderate, realizzate per vendite dirette, comunicazioni commerciali, ricerche di mercato o per l’invio di materiale pubblicitario. Ci saranno due modalità di iscrizione al registro: mediante modulo elettronico sul sito web del gestore del registro oppure attraverso una chiamata dedicata, utilizzando il numero telefonico per il quale si vuole negare il consenso.

Come riporta Il Sole 24 Ore, le società che vorranno fare attività di telemarketing dovranno così consultare il registro per verificare che il cittadino non abbia negato il suo consenso all’utilizzo del numero o dell’indirizzo. Per accedere ai dati, gli operatori saranno costretti a pagare una quota di accesso su base annuale al ministero dello Sviluppo economico o al gestore che eventualmente verrà individuato. Se quest’ultimo si occuperà del registro, la vigilanza dovrà essere garantita da parte del ministero e del Garante delle privacy.

Entrata in vigore

Il percorso per rendere operativo il registro non sarà breve. La previsione è molto probabilmente per la fine del 2020.

Dopo l'approvazione in consiglio dei ministri, si dovranno consultare operatori e associazioni dei consumatori e poi predisporre le modalità tecniche di funzionamento. Inoltre, il regolamento dovrà essere adottato con un decreto del Presidente delle Repubblica.

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