Pocahontas e Martha Washington hanno in comune una cosa: sono le uniche due donne a essere state raffigurate sui dollari statunitensi. La nativa americana vissuta nel Seicento e la moglie del primo presidente Usa fecero la loro (breve) comparsa su alcune banconote nella seconda metà dell'Ottocento. Il gruppetto avrebbe dovuto guadagnare a breve un nome in più: quello di Harriet Tubman, classe 1822 (all'incirca), discendente di schiavi neri trasportati negli Usa dall'Africa e a sua volta schiava finché non fuggì dai padroni. Da donna libera dedicò il resto della sua vita alla lotta per l'abolizione della schiavitù e per il suffragio femminile. Da qui l'idea di renderle omaggio mettendo il suo volto sulle banconote da 20 dollari stampate dal 2020, nel centenario delle prime elezioni statunitensi in cui furono chiamate a votare anche le donne. Una proposta dell'amministrazione Obama che ieri ha ricevuto lo stop ufficiale del dipartimento del Tesoro: Tubman non sarà nei portafogli degli americani almeno fino al 2028, quando Donald Trump non sarà più presidente.
Lo ha comunicato il segretario del Tesoro Steven Mnuchin. «La mia responsabilità in questo momento è di concentrarmi su contraffazione e sicurezza - ha spiegato di fronte al Congresso - La decisione definitiva sulla riprogettazione della banconota toccherà al prossimo ministro». Una questione di priorità, dunque. Mnuchin non ha chiarito se dietro l'iniziativa ci sia o meno Trump, ma i media hanno ripescato alcune dichiarazioni in cui l'attuale presidente si diceva contrario alla presenza di Tubman sul bigliettone da 20 dollari. Innanzitutto perché avrebbe soppiantato l'ovale di Andrew Jackson, settimo presidente Usa e primo capo di Stato democratico: una figura che Trump considera un eroe popolare e per il quale non ha mai nascosto di provare ammirazione. «Jackson ha una grande storia e poi non è carino togliere qualcuno da una banconota», aveva commentato in veste di candidato nel 2016, definendo l'iniziativa del governo Obama una mossa «di puro politically correct». In quell'occasione aveva proposto che il ritratto dell'attivista nera trovasse posto per esempio sulle banconote da 2 dollari, un taglio che però non è quasi più in circolazione.
«Women On 20s», associazione di donne che da anni si batte per avere una rappresentante sulle banconote da 20 dollari (sempre per il riferimento al suffragio), si è detta «per nulla sorpresa» del rinvio, ribadendo che «i simboli sono importanti». Per quello di Tubman bisognerà attendere altri dieci anni.
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