È una storia di orologi, donazioni, lusso e Sardegna. Uno di quei casi che infiammano il dibattito pubblico anche a sette anni di distanza. Sette anni da quando un sultano sbarcò sull’isola portando con sé mille persone, uno yacht e un regalo prezioso per un politico locale.
Per partire dal "c’era una volta" occorre mettere indietro le lancette del tempo. È l’estate del 2012 quando il sultano dell'Oman, Qaabos Bin Said al Said, approda per una vacanza a Cagliari e decide di regalare all'allora sindaco Massimo Zedda (ex Sel) un orologio di quelli che non passano inosservati. Si tratta di un Audemars Piguet Royal Oak automatico in oro rosa e zaffiri, con tanto di simbolo del sultanato. Una rarità che potrebbe valere almeno 60mila euro. Forse anche di più. Sul regalo non si trovano molte notizie in rete, almeno fino a ieri. Quando Zedda concede un'intervista a L'Unione Sarda per rivelare di aver deciso di donare l'orologio alla città, ma di non aver ricevuto alcun riscontro dall'attuale amministrazione di centrodestra. "Abbiamo protocollato la proposta di donazione il primo agosto indirizzandola al sindaco, al segretario generale e al servizio finanziario", racconta Zedda. Ma “nessuno ci ha mai risposto”.
La vicenda è curiosa. E ha tutti gli ingredienti per diventare terreno di scontro politico. Zedda nel suo racconto precisa tre punti fondamentali. Il primo, che il ricco orologio "mi venne consegnato a titolo personale" ma che "l'ho sempre immaginato come un regalo fatto al sindaco e dunque alla città". Il secondo, che la "pratica" per la donazione è stata avviata "appena concluse le Comunali del 2019". Terzo, che non ha pensato di donarlo quando era ancora primo cittadino perché "non aveva molto senso" visto che "era lì, l'ho sempre tenuto in Comune sottochiave nel mio ufficio".
Zedda ha denunciato "l’inerzia" dell’amministrazione e ha invitato i consiglieri comunali di minoranza a inserire l'argomento all’ordine del giorno del Consiglio. L'assemblea potrebbe adottare una delibera per accettare (oppure no) il prezioso regalo. Si vedrà. Intanto a infiammarsi è il dibattito politico. Per ora l'attuale sindaco di centrodestra, Paolo Truzzu, non si espone, ma in via Roma l'intervista di Zedda ha provocato diversi borbottii. Da quanto risulta al Giornale.it gli uffici comunali, non avendo certezze sulla provenienza dell'orologio, starebbero realizzando accertamenti giuridici per definire l'iter processuale da attuare. Ricerche che potrebbero spiegare il perché del "ritardo". Il Comune starebbe cercando di capire se l'orologio è stato effettivamente donato a Zedda a titolo personale oppure se il sultano lo aveva regalato alla figura di Sindaco. Differenza di lana caprina, vero. Ma sostanziale. Nel primo caso, infatti, non ci sarebbe nulla da eccepire. Ma se il sultano (morto poche settimane fa) avesse indirizzato l'Audemars Piguet al primo cittadino, allora Zedda non potrebbe "donarlo" alla città perché già di proprietà dell'amministrazione. Si tratterebbe a quel punto di una semplice restituzione.
A Palazzo Bacaredda, poi, c'è chi storce il naso osservando i tempi dell'intera vicenda: qualcuno si chiede infatti per quale motivo l'ex sindaco abbia atteso sette anni prima di offrire l’orologio; e perché non abbia avviato l'iter subito dopo la conclusione del mandato. Zedda infatti si dimise a marzo dello scorso anno a seguito della sconfitta elettorale subita alle elezioni regionali, dove era candidato governatore per il centrosinistra. L'ex sindaco, è il ragionamento nei corridoi comunali, avrebbe potuto inviare la richiesta al Commissario invece di attendere l'esito delle elezioni amministrative di giugno. Ma così non è andata.
In attesa che si dipani la nebbia,
l'orologio "è al sicuro". Zedda si augura che "il Consiglio accetti questo dono". La parola fine di questa strana, curiosa storia, però, si avrà solo tra qualche giorno. E forse riserverà altre sorprese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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