C'è un disegno della sinistra italiana per affossare la candidatura del commissario europeo proposto dall'Italia che sta prendendo corpo sotto traccia ma, con il passare dei giorni e l'avvicinarsi di settembre, si fa sempre più concreto. Entro fine mese il governo dovrà proporre a Ursula Von der Leyen il commissario europeo indicato dall'Italia e, dopo la definizione delle deleghe, il nome indicato (probabilmente Raffaele Fitto) sarà votato dalla commissione competente del parlamento europeo. È proprio in questa sede che dovrebbe scattare il piano dei socialisti europei coordinati (e fomentati) dal Partito Democratico italiano. A lanciare l'allarme è il capogruppo di Forza Italia al Parlamento europeo Fulvio Martusciello che spiega a Il Giornale come potrebbe articolarsi il progetto di Elly Schlein e compagni anche descrivendo i preoccupanti precedenti: «già a luglio, quando si sono votati i vicepresidenti delle commissioni parlamentari, ovunque era presente un candidato di Fratelli d'Italia, i socialisti hanno tentato di farlo saltare anche richiedendo il voto segreto. L'operazione non è riuscita solo perché Renew non si è prestata».
«A settembre - aggiunge Martusciello - il Pd potrebbe riproporre la stessa strategia cercando di far bocciare la candidatura di Raffaele Fitto nella commissione competente con il sostegno del gruppo dei socialisti. Si tratta di un'ipotesi tutt'altro che remota, basti pensare che nel 2019 ben quattro commissari proposti dagli stati membri sono stati bocciati inclusa Sylvie Goulard, nome proposto dalla Francia e sostenuta da Macron».
Se l'obiettivo di questa strategia è mettere in difficoltà il governo, inevitabilmente si traduce in un disegno anti italiano perché un'eventuale bocciatura del commissario europeo proposto da Roma significherebbe un grave danno per il nostro paese. D'altro canto la sinistra non è nuova a sovrapporre il piano nazionale con quello europeo, basti pensare ai dibattiti avvenuti in una plenaria semi deserta all'europarlamento sui saluti romani ad Acca Larentia o sulla Rai. Così, invece di risolvere internamente fisiologiche divergenze politiche, la sinistra le porta a Bruxelles facendo prevalere pulsioni anti italiane. Già nei mesi scorsi sono emerse varie avvisaglie significative di un modus operandi che si intensificherà in autunno. Emblematico il caso della presunta censura ad Antonio Scurati utilizzata contro Giorgia Meloni mentre svolgeva delicate trattative a Bruxelles rappresentando l'Italia, stessa cosa avvenuta con l'inchiesta di Fanpage durante il G7 in Puglia. Che dire poi dei report sulla libertà di stampa fatti passare per documenti ufficiali dell'Ue ma in realtà realizzati da organizzazioni private che hanno consultato fonti tutt'altro che imparziali prediligendo giornalisti di testate antigovernative poi subito rilanciate dai partiti di sinistra?
Si tratta di un modo di agire unico in Europa, basti guardare quanto avviene in Germania dove il governo di sinistra ha appoggiato la candidatura di un presidente della commissione europea del Ppe perché consapevole che avrebbe rappresentato un vantaggio per tutta la nazione. La sinistra italiana invece tende a prediligere la fazione più che la nazione e, pur di affossare l'avversario (o il nemico?) politico, è disposta anche ad andare contro gli interessi italiani.
È quanto potrebbe avvenire a settembre con la candidatura di Raffaele Fitto a commissario europeo, sta al centrodestra riuscire a disinnescare questo disegno perché un'eventuale bocciatura di Fitto rappresenterebbe un problema non solo per gli elettori di centrodestra ma per tutti gli italiani.
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