Gli strani partiti improvvisati dei candidati più improbabili

In campo complottisti e con programmi surreali. Dal generale che vuole la lira ai no vax, ecco chi sono

Gli strani partiti improvvisati dei candidati più improbabili
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Il bello delle elezioni in Italia è che saltano fuori personaggi improbabili che si candidano con partiti improvvisati e programmi surreali e non li prenderebbe neppure una clinica psichiatrica. Alcuni sono davvero imperdibili, la cosa che li accomuna è che sono tutti complottisti, e anche che di meglio nella vita non hanno da fare.

Non poteva mancare Antonio Pappalardo, generale dei carabinieri in pensione, leader del Movimento Gilet Arancioni (mai capito perché scelgano sempre i gilet segnaletici, ma sicuramente ha scelto l'arancione perché in Francia c'erano già stati i gilet gialli), che poi se lo vedi non ce l'ha neppure il gilet ma la giacca arancione sì (con tanto di cravatta, se avesse fondato un Partito delle Carote avrebbe avuto un outfit più consono).

Programma pappalardesco a prova di bomba (d'altra parte era generale dei carabinieri): «Fatemi capo del governo. Faccio stampare la lira italica e il giorno dopo vi arriva a casa». Non ho capito se poi a casa ci manda anche la scatola del Monopoli o quella dobbiamo comprarla noi con l'euro. E questo era generale dei carabinieri, ok. In pensione però ci si annoia, qualcosa doveva pur fare.

Non dissimile dal generale è Gianluigi Paragone, che per me è un enigma. Prima era della Lega (quando la Lega era separatista), poi è stato eletto con il M5S, poi all'interno di questa legislatura è uscito, si è paragonato a se stesso, e ha formato un partito suo (in Italia lo fanno tutti prima o poi), Italexit, che sembra il nome di un treno per andare a fare un giro in Europa e invece vorrebbe fare il verso alla Brexit, di cui perfino gli inglesi si sono pentiti, e cioè uscire dall'Ue. Ora, mi domando, chi lo voterà Italexit? Neppure il generale Pappalardo, almeno potevano allearsi (stessa visione complottista), ma nelle loro fantasie potrebbero allearsi dopo: Italexit esce dall'euro e Pappalardo stampa la lira italica e ve la manda a casa (non è ben specificato quante lire italiche ci mandi a casa, dipenderà da quante ne stampa).

Ovviamente anche Paragone, No vax, No greenpass, No euro, No tutto. Ha imbarcato pure Stefano Puzzer, quello dei portuali No pass, il quale ha dichiarato: «Dobbiamo uscire dalla dittatura, e smettere di mandare le armi in Ucraina». La dittatura è rappresentata dal governo Draghi, dal vaccino e dal Greenpass, e anche dal fatto che siamo nella Nato e non un paese della Federazione russa. Sono fantastici. Quindi via dal M5S e dentro Italexit. Si fosse chiamato Paragonexit avrebbe almeno previsto quello che succederà a Paragone, che è comunque un ottimo risultato per tutti gli italiani. Purtroppo temo che ce lo ritroveremo in televisione.

E Mario Adinolfi, che dire di Mario Adinolfi? Molti mi dicono: lascia stare Adinolfi, è come sparare sulla Croce Rossa. Beh, dipende da chi guida l'ambulanza. A parte che, dopo il body positivity di Vanessa Incontrada acclamata dai napoletani e da Vanity Fair con «Sei bellissima» perché grassa, possiamo dire che è molto, molto più bello della Incontrada.

Il bellissimo Adinolfi, che è anche cristianissimo, che ha battuto il record di voti con il suo Popolo della Famiglia a Ventotene (zero voti, alla faccia del popolo, non l'ha votato neppure un suo familiare), fonda un nuovo partito, Alternativa per l'Italia, insieme a Simone di Stefano, fascista dichiarato, di Casa Pound (bella alternativa, complimenti). Ma magari questa volta il bellissimo Adinolfi un voto (di Di Stefano) lo prende.

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