Stranieri sul bus senza biglietto: una rivolta tra i passeggeri

Serenella Bettin

«Vergogna, vergogna, vergogna». Extracomunitari senza biglietto dell'autobus, scoppia la rivolta dei passeggeri veneti. Siamo a Sottomarina di Chioggia, provincia di Venezia, l'autobus è quello della linea 80 dell'Actv che da Sottomarina porta a Venezia. Un bus confortevole dotato di 60 posti a sedere e aria condizionata, gradito anche a chi non paga il biglietto. Domenica il bus era pieno e a salire oltre a molti chioggiotti, anche alcuni extracomunitari, che come spesso accade, non hanno il ticket. Non mancano le scene in cui salgono sul bus, prendono posto, berretto fisso in testa, cuffie nelle orecchie e scivolano giù nei sedili, cercando di passare inosservati.

Ma se alcuni controllori a volte fanno finta di niente e gli autisti non verificano, a riportare la «legalità», domenica, ci hanno pensato i passeggeri veneti. Accortisi che gli stranieri non avevano obliterato il ticket, hanno cominciato a protestare. «Vergogna, vergogna, vergogna» gridava qualcuno. «E noi italiani paghiamo diceva una donna adesso facciamo fermare il bus. È vergognoso. Dovete ascoltare, chissà che vi tolgano l'appalto», riferendosi probabilmente agli appalti dei centri di accoglienza. Qualcuno ha anche ripreso tutta la scena con il telefonino e ha postato il video su Facebook nel gruppo «Sciopero dell'abbonamento Actv», contenitore delle proteste dei pendolari. L'autista è stato costretto a fermarsi e ha chiesto a ognuno degli extracomunitari di convalidare il biglietto. Non avevano i biglietti, dunque sono stati invitati a scendere, sotto le proteste della gente che invece aveva pagato. Svariati gli insulti anche contro l'azienda di trasporti, accusata di non fare i dovuti controlli su chi sale nei mezzi pubblici. «Controllano solo gli italiani», commentano i cittadini sui social. «Chi paga ha tutto il diritto di protestare», commenta qualche altro.

E dire che in molti autobus è affisso l'obbligo di obliterare o quello di mostrare al conducente l'abbonamento. Ma l'azienda rispedisce le accuse al mittente. «L'autista - dicono - non è tenuto a controllare se uno convalida il biglietto o no».

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