Lo strappo di Marina: "Extraprofitti, tassa sbagliata"

"Bene il governo, ma non sulle banche". La figlia del Cav parla di politica ed economia. Ma non scenderà in campo

Lo strappo di Marina: "Extraprofitti, tassa sbagliata"
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«Ho apprezzato molte misure del governo ma tra queste non c'è la tassa sugli extraprofitti». A parlare è Marina Berlusconi. E senza giri di parole. A domanda precisa risposta precisa. E ragionata: «Capisco le motivazioni, ma non sono sufficienti a superare le grandi perplessità che ho sia nel merito, sia nel metodo. Chi stabilisce quanto profitto è extra e quanto normale? Il provvedimento si presta a diversi dubbi, anche costituzionali. Se attuato rischia di rendere il nostro paese meno attrattivo. Mi auguro che il Parlamento possa modificare la norma».

All'assemblea romana di Confindustria la figlia del Cavaliere c'era andata raramente. E comunque non aveva mai parlato. E non solo lì. Tanto che della voce di Marina esistono in circolazione rari e brevi spezzoni. Ieri si è visto invece un cambio di passo, del tutto inedito: la presidente di Fininvest, dopo i lavori, è andata verso una «zona mista» per la stampa e ha accettato di rispondere a tutte le domande che uscivano dall'impressionante capannello di giornalisti e operatori che si era formato intorno a lei. Oltre quattro minuti (potete vederli su You Tube) in cui Marina è sembrata a suo agio, sicura, disponibile e sorridente, senza sottrarsi a nessun microfono. Un copione che, si è capito, sarà ripetuto anche in futuro.

Non che la primogenita di Silvio Berlusconi si appresti a trasformarsi in presenzialista: è da escludere. Ma che la donna al vertice di uno dei primi gruppi industriali d'Italia e dell'informazione in Europa intenda prendere più spazio e visibilità è esattamente quello che si è capito ieri. Senza nulla togliere a uno dei suoi maestri, quel Fedele Confalonieri da sempre uomo dei rapporti tra il gruppo Berlusconi e la Confindustria, presente infatti anche ieri. Ma l'impressione è che con la scomparsa del Cavaliere, chiuso il cerchio del testamento, la nuova era del gruppo e della famiglia ricomincia da qui e dalla sua nuova leader. A pochi giorni dall'accordo tra i cinque figli su controllo e governance di Fininvest, non c'era occasione migliore dell'assemblea degli industriali per posizionarsi come imprenditrice tra i protagonisti del dibattito economico e politico del Paese.

In questa chiave, ieri gli extraprofitti sono stati il piatto forte. E forse non poteva essere così da chi controlla con il 30% il capitale di Banca Mediolanum, che con la nuova tassa rischia di dover sborsare un centinaio di milioni. Dopodiché, sul governo, Marina è stata più che positiva.

Primo: la stabilità: «Da imprenditrice dò grande valore alla stabilità. E sono contenta che il Paese abbia un governo espressione della volontà popolare, non accadeva da 12 anni e vi ricordate chi era allora il premier». Poi le mosse della premier: «Ho apprezzato molto l'approccio responsabile del governo e di Giorgia Meloni, sia per la gestione dei conti pubblici sia in politica estera». Anche se siamo solo all'inizio e servirà ancora del tempo: «Naturalmente sono passati solo 11 mesi, restano 4 anni e tante sfide e problemi da affrontare, è ancora presto per dare un giudizio compiuto». Giudizi da imprenditrice che, senza bisogno di sottolinearlo, allontana così le ipotesi - fatte più volte nel tempo - di una sua discesa nel campo politico. Anzi. È proprio il parlare da capitano d'industria nel club dei suoi simili quello che ieri interessava a Marina. E anche in questo caso senza andare oltre. Perché qualcuno, sotto a quel capannello, glielo chiede: «È interessata alla presidenza della Confindustria?».

D'altra parte alla scadenza del mandato di Carlo Bonomi manca una manciata di mesi. Ma non è questo il caso. O forse non è il momento: «Non sono interessata - risponde - sono impegnata con le mie aziende, amo il mio lavoro».

C'è solo da scommettere che la sua voce la sentiremo sempre più spesso.

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