La stretta del Papa sulle apparizioni

Giro di vite sui fenomeni soprannaturali: solo il Pontefice potrà pronunciarsi in via eccezionale

La stretta del Papa sulle apparizioni
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La parola d'ordine è prudenza, per mettersi al riparo da errori dottrinali e per tutelare i fedeli più deboli che potrebbero finire nelle grinfie di qualche finto veggente senza scrupoli. Arriva dal Vaticano una stretta sui presunti fenomeni soprannaturali, dalle apparizioni mariane alle lacrimazioni di statue, fino alle stigmate ed altri segni prodigiosi. La Santa Sede ha pubblicato, infatti, ieri mattina una nuova normativa per il discernimento dei vescovi su questi fenomeni: un documento atteso da anni, considerato che fino ad oggi ci si rifaceva a quanto stabilito nel 1978 da Paolo VI. I tempi son cambiati e così Papa Francesco ha chiesto che venissero redatte delle regole più agili per aiutare i vescovi a decidere più velocemente di fronte a fenomeni apparentemente inspiegabili. La novità è che non ci sarà più dalla Chiesa alcuna dichiarazione di soprannaturalità: questa sarà riservata, in casi eccezionali, soltanto al Papa. Lui e soltanto lui, in presenza di qualche caso particolarmente raro, potrà chiedere al Dicastero per la Dottrina della Fede di studiare e approfondire la questione per arrivare a una conclusione circa la natura soprannaturale del fenomeno.

Per il resto, nel migliore delle ipotesi, di fronte a storie di presunte apparizioni, messaggi dal cielo e tanto altro, se in queste si trovano «frutti dello Spirito Santo» la Chiesa potrà concedere un meno impegnativo «Nihil obstat», un nulla osta per permettere ai fedeli di continuare il culto.

Autorizzazione questa che non presuppone un giudizio ecclesiastico sull'autenticità dei fenomeni straordinari. Si pensi ad esempio a Medjugorje: in questo caso sono stati autorizzati i pellegrinaggi ma sono state riconosciute come autentiche, da una commissione voluta da Benedetto XVI, soltanto le prime sette apparizioni ai veggenti. Su quelle attuali sono rimasti molti dubbi, sottolineando anche che attorno al fenomeno è nato un vero e proprio business. L'indagine della Chiesa non è ancora conclusa anche se Medjugorje è ormai considerato a tutti gli effetti un «luogo di grazia». Un quadro molto complicato e proprio per questo il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinale Victor Manuel Fernandez, ha spiegato che «grazie a queste nuove norme pensiamo sia più facile arrivare per Medjugorje ad una conclusione prudenziale. Queste norme semplificano tutto perché basta un nihil obstat per riconoscere la validità di un'esperienza spirituale».

Situazione completamente diversa per i casi in cui invece c'è un pericolo per i fedeli a causa di abusi di potere o speculazioni economiche da parte di presunti veggenti: quando c'è evidenza di un inganno perché il veggente ha confessato di aver mentito o, ad esempio, perché dei testimoni hanno portato delle prove incontrovertibili, in queste situazioni la Chiesa può procedere con una «Declaratio de non supernaturalitate», dichiarazione di non soprannaturalità e chiudere definitivamente la faccenda. Anche in questo caso, però, può esserci un seguito, come successo, ad esempio, a Trevignano con le finte apparizioni della Madonna a Gisella Cardia. La Chiesa locale si è già espressa con un decreto di «non soprannaturalità» ma la donna insieme ai suoi fedelissimi continua a organizzare incontri in occasione di nuove apparizioni-bufala. Il cardinale Fernandez sul caso specifico è stato chiarissimo: «Non abbiamo poteri di polizia per impedire a queste persone di radunarsi e raccogliere magari soldi, ma abbiamo degli strumenti canonici.

Ad esempio si può arrivare anche alla scomunica se le cose si complicano, se il fenomeno non sparisce e la gente continua ad andarci e soprattutto se cresce». Il porporato ha precisato che «ci sono dei passi da seguire, la scomunica è uno dei delitti riservati al dicastero se si arriva allo scisma».

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