I numeri degli accessi abusivi da parte del tenente Pasquale Striano che lo stesso Procuratore di Perugia Raffaele Cantone (foto) aveva già definito «mostruosi», sono in realtà ancora più elevati. Dalle indagini sono emersi altri 200mila documenti che il finanziere avrebbe scaricato in modo abusivo dalle banche dati della Dna, mentre era in servizio nel gruppo Sos, le riservatissime Segnalazioni di operazioni sospette che arrivano dall'unità antiriciclaggio di Bankitalia. Duecentomila documenti corrisponderebbero a circa 20mila accessi abusivi - un accesso può portare anche a dieci file - eseguiti da Striano senza alcuna giustificazione di servizio. Ieri all'udienza del Tribunale del Riesame i pm umbri hanno depositato i nuovi atti per ribadire le esigenze cautelari per il finanziere e per l'ex magistrato Antonio Laudati, all'epoca coordinatore del gruppo in cui operava Striano, ma che è accusato solo di alcuni episodi di ricerche illecite e non di tutte quelle fatte dal tenente. Ma per i magistrati entrambi vanno arrestati perché potrebbero inquinare le prove, e Striano anche reiterare il reato.
In una prima fase era stato lo stesso Cantone a rivelare, in audizione in Commissione parlamentare antimafia, che dal 2019 al 2022 Striano aveva scaricato 33.528 file dalle banche dati della Dna, di cui solo una minima parte era stata mandata a tre cronisti del Domani. Ma le indagini non si sono fermate e hanno scoperchiato quello che lo stesso magistrato aveva definito un «verminaio». Si scopre dunque che le ricerche sono state molte di più negli anni in cui Striano operava all'interno della Superprocura ora diretta da Giovanni Melillo, che ha cacciato il finanziere e ne ha rivoluzionato la gestione. Restano le domande. Chi ha cercato Striano? Altri soggetti «mediaticamente esposti», oltre ai 172 già emersi durante la prima fase delle indagini? Tra i duecentomila documenti, quanti di questi riguardano ancora esponenti politici dell'attuale maggioranza? La Procura mantiene il massimo riserbo sui «bersagli» di Striano, ma tra le persone finite nelle ricerche del tenente potrebbero esserci altri esponenti delle istituzioni, non è chiaro se collocati a livello governativo, come era emerso precedentemente. Striano infatti aveva cercato informazioni riservate su ministri dell'attuale governo e sui politici in gran parte del centrodestra. Sono ancora in corso verifiche sui destinatari di questa nuova montagna di materiale scoperta dai pm. Sempre i giornalisti? E in che misura?
Ieri in udienza sono emersi anche altre migliaia di file scaricati da Striano dalle banche dati della Guardia di finanza, il suo corpo di appartenenza, e da quella delle forze di polizia, come già gli era stato contestato. Resta da capire il motivo di tutte queste ricerche. I pm vogliono capire se abbia operato per conto di possibili mandanti. Tutti gli accertamenti patrimoniali su eventuali utilità ricevute hanno finora dato esito negativo.
La Procura sottolinea che i nuovi atti sono stati depositati per rafforzare la richiesta cautelare. Le difese invece hanno contestato l'utilizzabilità del materiale, e l'udienza è stata rinviata al 12 novembre. Il gip aveva rigettato la richiesta di arresto, ma i pm avevano impugnato il rigetto al Riesame, convinti che i due vadano arrestati per il rischio che possano compromettere le indagini. Secondo i magistrati Striano va arrestato perché tuttora potrebbe contare «su una consolidata rete di amicizie che può fornirgli aiuto anche attraverso gli accessi ai sistemi informatici».
Sia il finanziere che Laudati, scrivono i pm, avrebbero avuto la «consapevolezza» di entrambi «di operare al di fuori dello schema di legge», vista anche la «spiccata capacità di alterazione della realtà tramite omissioni di dati e anche attraverso l'influenza su altri soggetti che sottostanno alle loro indicazioni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.