Lo studente americano è morto annegato I genitori in lacrime ricevuti da Bergoglio

Il senzatetto arrestato si professa innocente. Oggi sarà ascoltato dal gip

Tiziana Paolocci

Era ancora vivo quando è stato spinto in acqua. Si dissolve la nebbia attorno all'omicidio di Beau Solomon, lo studente americano giunto in Italia il 30 giugno per frequentare due semestri all'università John Cabot e morto tra giovedì e venerdì notte, dopo essere stato gettato nel Tevere. Mentre il presunto assassino è stato fermato, ieri i genitori hanno incontrato il Papa.

L'autopsia, disposta dal pm Marcello Monteleone e effettuata presso l'Istituto di medicina legale della Sapienza, ha accertato che il giovane, ritrovato lunedì mattina all'altezza di Ponte Marconi, è deceduto per annegamento. L'esame ha confermato anche la compatibilità di alcune ferite, che Beau presentava sulla testa e sul corpo, con la caduta in acqua e l'urto con massi e arbusti presenti in quel tratto di fiume.

Il ragazzo, quindi, come dimostra l'acqua trovata nei polmoni era vivo quando è stato lanciato nel fiume da Massimo Galioto, il quarantunene romano senza fissa dimora arrestato dagli investigatori con l'accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Sarà necessario attendere, invece, per gli altri accertamenti medico-legali, tra cui l'esame tossicologico che servirà a stabilire se Beau avesse assunto sostanze alcooliche o droghe la sera della morte. A Regina Coeli è fissato per oggi, davanti al gip Maria Agrimi, l'interrogatorio del clochard, per il quale il pm ha chiesto la convalida dell'arresto e l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

L'americano, giunto dal Wisconsin, giovedì sera aveva raggiunto i colleghi in un bar a Trastevere. Questa l'unica certezza, poi tutto si fa più nebuloso. Alcuni testimoni hanno raccontato agli uomini della Squadra mobile di averlo visto, ubriaco e barcollante, mentre inseguiva lungo la banchina del Tevere due persone. Si tratterebbe dei ladri, forse magrebini, che poco prima gli avevano sottratto cellulare e carta di credito. La polizia non esclude che esista una banda di immigranti che opera proprio nella zona di Trastevere, prendendo di mira i turisti. Poco dopo il furto Beau ha incontrato la sua fine. Le telecamere presenti nella zona mostrano il giovane che discute con un gruppo di clochard. Spinte, mani che si agitano nell'aria, qualche calcio. Poi un uomo spinge l'americano giù nel fiume. Secondo gli inquirenti, Massimo Galioto, un senza fissa dimora che vive con la compagna in una tenda sulla banchina. A confermare quanto accaduto c'è un video terribile. Le immagini mostrano anche il gruppetto mentre si allontana, senza prestare soccorso.

«Sono stato messo in mezzo da altri, non c'entro niente e quella notte sulla banchina non era solo», ha dichiarato l'accusato agli agenti che lo hanno fermato. Oggi, davanti al gip Maria Agrimi, sarà assistito dall'avvocato Michele Vincelli e dichiarerà l'estraneità ai fatti contestati.

Ci sono anche altri molti nodi da sciogliere. Innanzi tutto bisognerà capire come abbia fatto la carta di credito della vittima a giungere fino a Milano, dove qualcuno l'ha usata per fare spese per 1500 dollari.

La famiglia Solomon ieri mattina è stata ricevuta da Papa Francesco. Davanti a padre e madre in lacrime, Il Pontefice ha manifestato la sua partecipazione ed ha espresso la sua vicinanza nella preghiera per il loro figlio. Fa rumore, invece, il silenzio di sindaco e giunta comunale.

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